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Divertiamoci a ragionare di Ibrahimovic a Napoli

Ora è il nuovo tormentone. E allora giochiamo anche noi: che fa, si passa al 4-2-4? Con in lista Ibrahimovic, Milik, Llorente, Mertens, Lozano, Insigne, Younes e Callejon

Divertiamoci a ragionare di Ibrahimovic a Napoli
In questi giorni, complici anche le dichiarazioni di apertura pronunciate sia da Ancelotti che da De Laurentiis (nonché da parte del diretto interessato), impazza a Napoli (e non solo) il “tormentone Ibrahimovic”, e in tanti si stanno interrogando sulla fattibilità o meno del suo arrivo al Napoli e sui relativi vantaggi e svantaggi che esso comporterebbe.
Personalmente, di norma, sono contrario a questo tipo di operazioni, in quanto fermamente convinto che la filosofia del Napoli dovrebbe essere quella di acquistare calciatori giovani, di 21/24 anni (o, per esempio, come nel caso del gioiellino del Salisburgo Haaland, anche meno…) da trattenere per 3/4 anni (non oltre, altrimenti possono registrarsi fisiologiche “perdite di stimoli”…) e poi rivendere, tuttavia Ibrahimovic potrebbe “sine ullo dubio” portare, nello spogliatoio azzurro, la giusta carica di personalità, quella mentalità vincente nonché esperienza a determinati livelli che, purtroppo, tanto manca al Napoli (senza contare l’entusiasmo della piazza che potrebbe riaccendersi come d’incanto e l’enorme ritorno d’immagine in termini di nuovi e futuri contratti di sponsorizzazioni).

L’unico “dubbio” nasce su chi dover cedere, a gennaio, per fare posto allo svedese: cedere Milik sarebbe un errore perché poi si resterebbe con due prime punte in organico (Ibrahimovic e Llorente) che nel 2020 compiono, rispettivamente, 39 e 35 anni (!); cedere Llorente sarebbe ugualmente un “errore” in quanto si creerebbe il non poco simpatico precedente di acquistare un calciatore a fine agosto e cederlo a gennaio (di solito lo si fa con chi delude le aspettative e rende poco o nulla, e non è certo questo il caso dello spagnolo); cedere Mertens per prendere Ibrahimovic sarebbe un errore sia “tecnico” che “umano” (dopo la cessione di Hamsik lo scorso inverno sarebbe sbagliato privarsi, per il secondo anno consecutivo, a campionato in corso, del calciatore più amato e rappresentativo, senza contare che, andando in scadenza a giugno, sarebbe difficile trovare qualche “sprovveduto” disposto ad acquistare a gennaio un calciatore che dopo cinque mesi si può prendere a zero!); cedere Insigne (aldilà dello “scossone emotivo” che, comunque sia, la cessione del capitano, a gennaio, potrebbe portare in tutto l’ambiente) non sarebbe una soluzione ideale dal punto di vista tecnico, in quanto si cederebbe un esterno offensivo/seconda punta per acquistare un centravanti (e lo stesso dicasi nel caso di cessione di Younes)…

Ci sarebbe, infine, la possibilità di prendere Ibrahimovic senza privarsi di nessuno (o meglio cedendo Ciciretti per questioni di lista!) e questa sarebbe, sicuramente, la soluzione più intrigante (e anche un grosso segnale alle concorrenti), ma bisognerà vedere, in primis, se accollarsi l’ingaggio lordo da riconoscere allo svedese, senza “alleggerire” il monte ingaggi mediante una cessione, è un’operazione sostenibile per le finanze del Napoli (si ricorda che, per regolamento, il monte ingaggi di una società non può superare il 70% del fatturato complessivo!), in secundis se e come Ancelotti riuscirà a gestire e far convivere, insieme, Ibrahimovic, Milik, Llorente, Mertens, Lozano, Insigne, Younes e Callejon. Sulla carta sarebbero otto uomini per quattro maglie, ergo, in un ipotetico 4-4-2 “offensivo” (o con gli esterni alti), altrimenti detto 4-2-4 (come quello adottato proprio dal Red Bull Salisburgo…), non dovrebbero esserci “problemi”, avendo quattro coppie di assoluto livello (Callejon/Lozano, Ibrahimovic/Llorente, Mertens/Milik, Insigne/Younes); tuttavia, oltre a tener presente che Ancelotti ha più volte dichiarato/fatto intendere che Lozano e Insigne li vede meglio come attaccanti centrali/seconde punte piuttosto che come esterni alti (e lo stesso Younes non è proprio un’ala tornante, come invece si può definire, a tutti gli effetti, Callejon…), bisognerà vedere se il centrocampo (che a questo punto, nolente o volente, dovrà sempre essere composto da due soli elementi…) e la difesa saranno in grado di reggere e sostenere la forza d’urto di un attacco così “esplosivo”. Se sì (si ricorda che nel 2016/17 la Juve di Allegri vinse scudetto, Coppa Italia e arrivò in finale di Champions giocando la maggior parte delle gare con Higuain, Mandzukic, Dybala, Cuadrado, Pjanic più due terzini prettamente offensivi come Dani Alves e Alex Sandro contemporaneamente in campo..), allora ci sarà proprio da divertirsi e nessun “sogno” potrà essere precluso!

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