Sul Secolo XIX. I tecnici dicono di aver modificato le relazioni solo dopo il crollo del Ponte Morandi. Dalle nuove carte della Guardia di Finanza emerge la superficialità di Spea

I funzionari Spea ammettono, di fronte al gip, di aver falsato i report sulla sicurezza dei viadotti. Ma dicono di averlo fatto per le pressioni dei dirigenti di Autostrade. Dopo il crollo del Ponte Morandi.
A parlare, un anno dopo il crollo che è costato la vita a 43 persone, sono Massimiliano Giacobbi, Lucio Ferretti Torricelli e Andrea Indovino. I primi due agli arresti domiciliari, il secondo con una misura interdittiva per un anno sulle spalle.
Le loro dichiarazioni sono importantissime per gli investigatori e arriva dopo poche ore dal ritrovamento, negli uffici di Spea, dei rapporti falsati.
Nelle nuove carte acquisite dalla Finanza emergono chiaramente le pressioni che i dirigenti di Autostrade facevano sui tecnici Spea.
Non solo. Gli inquirenti stanno anche procedendo a “smontare” alcune dichiarazioni degli indagati, lasciando emergere che i dirigenti Spea modificavano le carte con grande superficialità, indicando anche la rottura di un cavo piuttosto che un altro e fuorviando le ispezioni effettuate sui viadotti.