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“Il sindaco del rione Sanità” è l’anti-Gomorra

Una rivisitazione in chiave contemporanea dell’omonima commedia di Eduardo De Filippo, che già Martone mise in scena nel 2017

“Il sindaco del rione Sanità” è l’anti-Gomorra

È l’anti-Gomorra “Il sindaco del rione Sanità”, l’ultimo film del regista partenopeo Mario Martone: una rivisitazione in chiave contemporanea dell’omonima commedia di Eduardo De Filippo, che già lo stesso regista mise in scena nel 2017, e che all’ultima Venezia 76° ha ottenuto il Leoncino d’oro.

Antonio Barracano (Francesco Di Leva) è un boss quarantenne del rione Sanità – ex pastore – che dopo un omicidio da cui è uscito giudizialmente assolto si è fatta una sua tenuta sotto il Vesuvio e per le sue qualità riconosciute svolge il ruolo di giustizia parallela per chi a lui – pretore senza laurea – si rivolge per dirimere le proprie controversie. Ha una moglie Armida (Daniela Ioia), due figli: Gennaro (Domenico Esposito) e Geraldina (Morena Di Leva) e tutta una serie di familiari che gli coprono le spalle: finanche un medico Antonio – ‘O professore (Adriano Pantaleo) – che fa operazioni clandestine, ma che vorrebbe scappare via da Napoli perché “stiamo girando a vuoto”.

Da “difensore degli ignoranti” passa la sua giornata in udienza risolvendo le volontarie giurisdizioni come lodi privati: due ragazzi che si sparano a Via Marina per uno sconfino lavorativo, l’annullamento di una cambiale troppo onerosa, etc… Ma un giorno tra queste controversie portate alla sua cognizione ne accade una particolare: Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), figlio di un ricco fornaio della Sanità Arturo (Massimliano Gallo), gli confida che vuole uccidere suo padre che lo ha disconosciuto nell’eredità.

In Rafiluccio, Antonio Barracano rivede la sua ossessione giovanile che lo portò ad uccidere il sovrastante di una tenuta per una questione di pascolo – “atu sange (altro sangue)?” – e Barracano dà ai proximi sui la propria eredità giurisprudenziale: “accussi ‘o munno da tundo addiventirà chiù quadrato (così il mondo da tondo diverrà più quadrato)”.

L’ultima camera di consiglio avverrà alla Sanità il suo quartiere – nel Palazzo dello Spagnuolo – dove Barracano, dopo essere stato pugnalato dal fornaio. “onesto e lavoratore”, Santaniello, fa ottenere a Rafiluccio ed alla sua ragazza una fetta di eredità paterna ed inscena con il medico Antonio – a cui finalmente dona la libertà di movimento – la sua morte per collasso cardiaco. “Io ti dico che l’uomo è uomo quando non è testardo. Quando capisce che è venuto il momento di fare marcia indietro, e la fa. Quando riconosce un errore commesso se ne assume le responsabilità, paga le conseguenze, e cerca scuse. Quando riconosce la superiorità di un altro uomo e ce lo dice. Quando amministra e valorizza nella stessa misura tanto il suo coraggio quanto la sua paura”. Unicuique suum non prevalebunt.

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