Subito dopo la partita, hanno sferrato un uno-due politico ai vertici arbitrali. Un’azione coordinata che conferma l’affiatamento tra presidente e allenatore
Pochi giorni fa, i più storcevano il naso o guardavano con aria di sufficienza quando ascoltavano della perfetta intesa ai vertici del Napoli, dell’affiatamento tra Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti. Erano i giorni – che oggi per fortuna sembrano lontanissimi – dell’impazzimento generale, delle fantasie a briglia sciolta sui rapporti tempestosi tra i due.
I fatti, ancora una volta, hanno dimostrato l’esatto contrario. Ieri sera, a suo modo, è stata una serata storica per il Calcio Napoli. Raramente abbiamo visto una reazione così tempestiva e coordinata da parte dei vertici del club a un episodio che ha danneggiato gli azzurri. Altre volte si è comunque proceduto in ordine sparso, magari con qualche tweet e/o dichiarazioni isolate in sala stampa e in tv.
Ieri il Napoli si è mosso come un sol uomo. Persino sugli spalti. È stato bello per una volta sentirsi parte di una comunità che aveva lo stesso pensiero. Subito dopo aver subito l’arbitraggio sciagurato di Giacomelli – con la supervisione al Var di Banti – De Laurentiis e Ancelotti sono passati al contrattacco. E lo hanno fatti entrambi in maniera chirurgica. È stato un attacco politico quello mosso dal Napoli. Sì, De Laurentiis ha detto anche “senza di noi, gli arbitri andrebbero a pelare le patate” ma soffermarsi su questa frase sarebbe come guardare il dito e non la luna. Il suo intervento è stato pacato ma duro.
De Laurentiis è stato chiarissimo. I vertici arbitrali devono scendere sulla terra, devono dare spiegazioni del loro operato. Anche perché – particolare non secondario – sono i club di Serie A a reggere economicamente il carrozzone. Fin qui, Nicchi e Rizzoli sono rimasti in silenzio, come di solito fanno quando sono in difficoltà. Dopo Firenze e la simulazione di Mertens, parlarono eccome. Eppure quel giorno il Napoli si vide fischiato un rigore a Zielinski per un fallo di mano che oggi non viene fischiato più.
De Laurentiis è stato abile ieri sera ad andare oltre l’episodio in sé. Ha parlato dell’utilizzo del Var, anzi del non utilizzo da parte di Giacomelli. Ma soprattutto ha fatto un discorso a tutto tondo, sulla direzione di marcia che i dirigenti stanno dando al calcio italiano. Vorrebbe gli arbitri professionisti, non soggetti alla federazione.
Pochi minuti dopo, in una ideale staffetta, Ancelotti ha ripreso il filo del discorso e ha detto chiaramente che la partita l’ha arbitrata il Var e non il direttore di gara. Questa sera, dagli studi di Sky Sport, Giorgio Porrà ha dato ragione alla posizione di De Laurentiis, pur non condividendone i toni.
L’uno due ha lasciato il segno. Perfetto da un punto di vista comunicativo. Il Napoli sembra aver imboccato la strada della battaglia politica. Ovviamente siamo appena agli inizi. Stavolta può farlo, forte di una solidità interna che rappresenta una novità importante. L’intesa tra Ancelotti e De Laurentiis è profonda, riguarda il calcio italiano, riguarda la gestione della squadra, riguarda la gestione del club.
Ovviamente per la battaglia politica bisognerà guardarsi attorno. Ai due non sarà sfuggito la posizione della Gazzetta dello sport che in assoluta controtendenza – unico media ne panorama nazionale, comprese le tv – a difendere l’operato di Giacomelli. Così come non sarà sfuggito l’assenza di un rigo sull’episodio da parte di Sconcerti sul Corriere della sera (che pure ha assegnato 4,5 all’arbitro) e un’imbarazzata rubrica di Casarin solitamente sin troppo esplicito. Sono i giornali di Urbano Cairo..