Sul CorSera. A 2 anni già riconosceva le auto dal cofano, a 4 ha voluto il kart. Ha scelto un casco anni Settanta come quello di James Hunt
Sul Corriere della Sera la storia del piccolo Pietro Bagutti, pilota di kart. Un piccolo campione, che sogna di diventare come Vettel, perché fa il tifo per lui da sempre.
Pietro ha sette anni, è di Piacenza, e Vettel lo ha incontrato già il 30 settembre, al kartodromo di Lonato del Garda. Erano lì entrambi per rilassarsi un po’. Entrambi reduci da una gara stressante disputata il giorno prima.
Pietro aveva corso proprio qui, al “South Garda Karting”, considerato uno dei circuiti di kart più prestigiosi. Vettel, invece, era di ritorno da Sochi, in Russia, dove la sua Ferrari si era fermata per dei guasti al motore e dove aveva avuto delle discussioni nervose con il suo compagno di squadra Leclerc.
A Pietro era andata meglio: pole position, poi vittoria in “gara 1” e una super rimonta in “gara 2”. Dopo essere stato buttato fuori pista da un rivale, il piccolo campione era riuscito a guadagnare il quarto posto partendo dall’ultimo.
Biondino, occhi azzurri, Pietro ha una guida educata ma anche cattiveria agonistica. E’ soprannominato “il principino”. Finora, su 20 gare disputate, ne ha vinte 10 e ha ottenuto 5 migliori giri.
Il principino e Vettel si sono incontrati al paddock del kartodromo, si sono fatti una foto e lo scatto è finito sul quotidiano Libertà. Poi Pietro ha preteso un autografo del suo idolo sul casco anni Settanta uguale a quello di James Hunt, il vincitore del mondiale 1976, dopo una sfida epocale con Niki Lauda. Il padre del principino, Gianmarco, dice che Pietro conosce a memoria la scena del duello del film Rush.
La passione di Pietro per i motori si era capita subito, dice il padre:
“Non sapeva ancora parlare e già a due anni riconosceva le auto guardandole dal cofano. Voleva stare in continuazione sul camion che uso per spostarmi con l’orchestra in giro per l’Italia, e persino guidarlo. Quando a tre anni gli ho regalato un quad non se ne è più separato e a quattro anni mi ha espressamente chiesto di prendergli un kart. Io non so nemmeno cambiare una candela, lui non fa altro che armeggiare attorno al motore assieme al meccanico”.
Una passione costosa, per la quale la famiglia del piccolo è costretta a fare diversi sacrifici
“Ma se gli avessi proibito le corse non avrei fatto altro che rinviare un appuntamento con il destino perché so bene che i motori stanno nel Dna di mio figlio”.
La madre conferma, e aggiunge che Pietro ha un enorme spirito competitivo:
“vuole arrivare primo in tutto quello che fa, persino se corriamo a piedi nel giardino. E in gara è lo stesso”
Il piccolo frequenta la terza elementare. E’ bravo a correre, va bene a scuola e trova anche il tempo di esercitarsi al pianoforte.
FOTO DA LA LIBERTA’