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Entro lunedì le multe ai giocatori del Napoli, poi loro si difenderanno

I calciatori saranno convocati, potranno anche rispondere per iscritto. L’iter completo, cosa prevede il contratto dei calciatori

Entro lunedì le multe ai giocatori del Napoli, poi loro si difenderanno

Da quando c’è stato l’ammutinamento dei calciatori azzurri, dopo la partita di Champions League contro il Salisburgo, oltre alle brutte prestazioni della squadra, a tenere banco è la reazione giuridica che intraprenderà De Laurentiis. Vediamo insieme quali sono le possibilità e come si svolgeranno le cose.

Premessa: i calciatori sono lavoratori dipendenti e, seppure ultrapagati, a loro si applicano le leggi in materia di lavoro subordinato. In particolare si applicano loro gli articoli 2104, 2105 e 2106 del codice civile.

I primi due riguardano gli obblighi che devono rispettare i lavoratori quanto a diligenza (art. 2104) e fedeltà (art. 2105). In particolare, il secondo comma dell’art. 2104 stabilisce che il lavoratore dipendente “Deve inoltre osservare le disposizioni per l’esecuzione e per la disciplina del lavoro impartite dall’imprenditore e dai collaboratori di questo dai quali gerarchicamente dipende”. Qualora quest’obbligo venga violato, il datore di lavoro (nel nostro caso la Società Calcio Napoli nella persona del suo Presidente) può reagire esercitando il potere disciplinare, così come normato dall’art. 2106, sempre del codice civile:

“L’inosservanza delle disposizioni contenute nei due articoli precedenti può dar luogo alla applicazione di sanzioni disciplinari, secondo la gravità dell’infrazione”. Il datore di lavoro, quindi, può decidere di reagire all’inottemperanza del lavoratore avviando un procedimento disciplinare che trova la normativa di dettaglio nel Contratto Collettivo di categoria, vale a dire l’Accordo Collettivo tra Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc), Lega Nazionale Professionisti Serie A (Lnpa) e l’associazione Italiana Calciatori (Aic), stipulato nel 2012 e in attesa di rinnovo (le parti si sono date il termine il 30 giugno 2020, sancendo in via transitoria la validità del testo attuale).

L’art. 11 dell’Accordo vigente prevede che “Al Calciatore che sia venuto meno ai suoi obblighi contrattuali verso la Società […] sono applicabili i seguenti provvedimenti, graduati in relazione alla gravità dell’inadempimento:
a) ammonizione scritta;
b) multa;
c) riduzione della retribuzione;
d) esclusione temporanea dagli allenamenti o dalla preparazione precampionato con la prima
squadra;
e) risoluzione del Contratto.”

La sanzione, tuttavia, non può essere irrogata in qualunque momento e unilateralmente. Lo stesso art. 11, infatti, prevede che la società possa irrogarla “entro il termine perentorio di 20 (venti) giorni dalla conoscenza del fatto, previa contestazione scritta dell’addebito e sentita la difesa del Calciatore nei 5 (cinque) giorni successivi alla contestazione”.

Entrando nella fattispecie concreta questo vuol dire che entro i 20 giorni dalla serata di Champions League (quindi entro il 25 novembre) il Napoli dovrà contestare per iscritto l’addebito a tutti i calciatori e dovrà convocarli, per essere ascoltati in propria difesa, entro 5 giorni dalla contestazione stessa.

Non essendosi recato in ritiro alcun calciatore, disobbedendo alle disposizioni impartite dalla società, la contestazione addebiti perverrà a tutta la rosa. Questo non vuol dire, però, che il provvedimento finale sarà identico per tutti i calciatori. In fase di audizione per la difesa, infatti, potrebbero emergere diversi gradi di responsabilità. Fondamentali, in questo senso, saranno le dichiarazioni che rilasceranno i calciatori nella loro veste di “incolpati” in fase di procedimento disciplinare. Altrettanto fondamentali potrebbero risultare le eventuali testimonianze che il Napoli dovesse acquisire. Tutti i presenti nello spogliatoio, in teoria, compreso Ancelotti e il suo staff, potrebbero essere convocati per fornire la propria versione dei fatti, così come altre persone (gli autisti, per esempio) intervenute in un secondo momento.

L’Accordo Collettivo prevede che i calciatori vengano sentiti, ma non formalizza questa fase del procedimento. Alla convocazione, quindi, i calciatori potranno decidere di presentarsi di persona, eventualmente assistiti da un legale o da un rappresentante sindacale, oppure potranno far pervenire le proprie difese per iscritto.

All’esito del procedimento disciplinare, la società prenderà le proprie decisioni e stabilirà le sanzioni da irrogare ai singoli calciatori. L’Accordo Collettivo, per quanto riguarda la multa, prevede una doppia procedura, a seconda dell’importo della sanzione. Se la multa irrogata sarà fissata entro il limite del 5% di un dodicesimo della retribuzione fissa annua lorda, la società potrà effettuare direttamente la trattenuta sullo stipendio successivo. In tal caso l’eventuale impugnativa della sanzione da parte dei calciatori seguirà il rito accelerato all’uopo previsto dal regolamento del Collegio Arbitrale, con ricorso da presentarsi entro il termine perentorio di 15 (quindici) giorni dall’avvenuto ricevimento della comunicazione della sanzione.

Nel caso in cui, invece, la multa irrogata fosse compresa tra il 5% ed il 25% della retribuzione mensile lorda (il massimo irrogabile per una singola infrazione), la Società Calcio Napoli non potrebbe operare direttamente la trattenuta sullo stipendio successivo, ma dovrebbe attendere l’esito del ricorso al Collegio Arbitrale. In questo caso le procedure sarebbero abbastanza lunghe, visto che il termine per l’impugnazione possono giungere fino a 30 giorni, ai quali bisogna aggiungere 60 giorni per la decisione del Collegio Arbitrale che potrebbero diventare 90 nel caso fosse necessario procedere all’assunzione di prove e/o consulenze d’ufficio. Nel caso di sanzione inferiore al 5%, invece, i termini sono ridotti della metà.

Ricapitolando, quindi, entro due settimane ai calciatori sarà recapitata la contestazione degli addebiti (che deve contenere in maniera precisa e dettagliata le infrazioni per la quale la Società intende procedere) e verranno convocati per essere ascoltati in loro difesa. Terminata questa fase, la Società deciderà l’importo della multa da irrogare ai singoli calciatori (fino al 25% della retribuzione mensile lorda) e partiranno i termini per l’eventuale impugnazione della sanzione, così come sopra esposti.

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