“Non ci sta a pensar male, ma qualche domanda inizia a farsela. Prima il razzismo, poi il sospetto terribile di ingiustizie arbitrali. L’Italia, per lui, è diventata infelice”
Il Corriere della Sera, con Monica Scozzafava, torna ovviamente sull’arbitraggio di Giacomelli (in realtà di Banti) in Napoli-Atalanta. Ricorda che in carriera Ancelotti era stato espulso tre volte. In un anno e mezzo di Napoli siamo già a due. Ma soprattutto affiorano strani pensieri in testa al tecnico emiliano.
Ha vissuto, da spettatore, l’epoca di Calciopoli. Rientrato in Italia, fa fatica ad accettare anche il solo sospetto che tutto sia tornato come prima. Non ci sta a pensar male, ma qualche domanda inizia a farsela. Si è sentito trattato come uno qualunque in un campo qualunque.
E ancora:
il rigore dal suo punto di vista c’è. Ma se la Var non decide di fermare il gioco e rivedere l’azione, compromette la regolarità della gara. Il cartellino rosso brucia, se possibile, ancor più del penalty negato. E quindi ha urlato, si è fatto sentire. Ora riflette su un calcio che non gli piace. Prima il razzismo, ed è una battaglia di cui si fece promotore, poi il sospetto terribile di ingiustizie arbitrali. Così l’Italia, per lui, è diventata infelice.