Il tennista americano è riuscito a passare dal numero 8 al mondo a perdere totalmente la classifica. Nel 2019 ha battuto solo Fognini (ma non contava)

Ieri si è chiuso il torneo di Bercy, e proprio grazie ai risultati (non suoi) a Parigi, Matteo Berrettini si è qualificato per le ATP Finals di Londra. Appena due anni fa Jack Sock vinceva Bercy ed entrava nella top 8 per andare ai Masters. Da oggi, Jack Sock ha 0 punti ATP, e non ha più un ranking. In pratica in questo momento per il tennis professionistico Jack Sock non esiste.
L’ultima volta lo hanno avvistato su un campo a Charlottesville, mentre si ritirava al primo turno del Challenger locale contro Sekou Bangoura, n.336 del mondo. L’ultimo match di un 2019 horribilis nel quale l’americano ha registrato zero vittorie e otto sconfitte. L’ex numero 8 del mondo era rientrato nel circuito in estate, dopo l’unica precedente apparizione all’Australian Open e una serie di acciacchi senza una causa accertata, se non una ufficiosa caduta mentre faceva snowboard, o un più ufficiale problema al pollice della mano destra. Fatto sta che salta metà della stagione, gioca ad Atlanta su invito degli organizzatori, dopo aver mancato anche i Challenger di Little Rock e Columbus e tutta la primavera-estate su terra ed erba, finendo al 180esimo posto del ranking.
In realtà la crisi di un giocatore potente e non proprio disciplinato comincia subito dopo le Finals 2017. Esce dai top 100, ma si dedica con una certa soddisfazione al doppio vincendo Wimbledon, US Open e il Master in coppia con Mike Bryan.
“Il 2018 lo ritengo un anno da dimenticare così come l’infortunio di gennaio. Ma voglio vedere il lato positivo: i mesi di stop mi sono serviti per apprezzare una permanenza insolitamente più lunga negli Stati Uniti, godendomi gli amici e la famiglia, ad acquisire una nuova mentalità e a desiderare di nuovo di tornare in campo e divertirmi“.
Anche se quel dolore al pollice, dice ancora, gli impediva anche di aprire una bottiglia col tappo troppo spesso, figurarsi stringere la racchetta. E infatti cambia un po’ la presa del dritto, per tornare in campo. Torna in campo, e perde.
I dolori alla mano lasciano il posto a quelli alla schiena. Ma il computer ATP non conosce pietà e gli rosicchia fino all’ultimo punto conquistato. Il 1 novembre, tre giorni fa, ha “festeggiato” un anno esatto dall’ultima vittoria ufficiale in singolare (6-0 6-4 contro Jaziri agli ottavi di Bercy). In questi lunghi 12 mesi di baratro Sock ha vinto solo in doppio, mentre l’unico sfizio in singolare se l’è tolto contro Fognini alla Laver Cup. Sì, il match nel quale nemmeno il doppio coaching di Federer e Nadal riuscirono a impedire che l’italiano perdesse dal giocatore più perdente dell’anno.
Ora è senza classifica. Per capire la portata della crisi: solo in Campania abbiamo ben due giocatori nei ranking Atp di singolare, l’irpino Mauro De Maio, numero 1489, e Riccardo Di Nocera, numero 1955. Jack Sock è numero 0. Se non riuscisse a vincere nemmeno un match al challenger di Knoxville la prossima settimana, dovrebbe ripartire nel 2020 dal circuito ITF. Dalle Finals alla fine.