L’attaccante dell’Inter ha risposto sul campo ai cori dei tifosi dello Slavia Praga e poi ha denunciato: “Siamo nel 2019, non è possibile che succedano ancora queste cose”
Ha sentito qualche ululato, ha sentito i soliti cori razzisti, poi ha preso palla e ha letteralmente sfondato la porta dello Slavia Praga. Lukaku risponde al razzismo, lo fa in campo zittendo gli ultras avversari, e poi lo fa denunciando ogni volta fino a quando “l’Uefa non deciderà di intervenire”.
L’attaccante dell’Inter ieri ha Praga ha risolto così, con il gol del 2-1 che ha mandato la squadra di Antonio Conte a giocarsi la qualificazione agli ottavi di Champions all’ultima giornata contro il Barcellona. Poi però ha parlato ai microfoni di Esporte Interativo:
“Lo avevo già detto quando ero in Nazionale con il Belgio, la Uefa dovrebbe fare qualcosa perché siamo nel 2019 e non è possibile che succedano ancora queste cose negli stadi. In questa partita sono stato vittima di cori razzisti due volte, non solo al momento del gol ma anche in occasione della prima rete di Lautaro. Per quanto mi riguarda queste sono cattive persone. Inoltre così si dà anche un brutto esempio ai bambini. Aspetto che la Uefa intervenga”.
Lukaku a settembre aveva già subito lo stesso trattamento a Cagliari, quando al momento di calciare un rigore era rimasto vittima dai buu e dei tifosi sardi. E anche in quella occasione non era rimasto in silenzio:
“Spero che le federazioni di tutto il mondo reagiscano con forza su tutti i casi di discriminazione. I social media devono funzionare meglio, così come le società, perché ogni giorno si vedono commenti razzisti sotto i post delle persone di colore… Se ne parla da anni, ma non si è ancora fatto nulla. Signore e signori, è il 2019, invece di andare avanti stiamo andando indietro”.
In quella occasione il calcio italiano, come al solito, aveva infilato la testa sotto la sabbia: il Giudice Sportivo aveva chiuso la questione senza sanzioni.