Sul Fatto quotidiano: “Hanno aggiunto due paroline al protocollo e hanno rimesso in pista il carrozzone che finì nel burrone Calciopoli”
Sul Fatto Quotidiano una dura requisitoria di Paolo Ziliani sull’utilizzo (o non utilizzo) del Var.
Il pretesto è offerto dalle parole di Ancelotti nel postpartita di Napoli-Atalanta di mercoledì scorso. Una partita finita in pareggio (2-2) per l’arbitraggio contestatissimo di Ancelotti.
Allora il tecnico del Napoli commentò parlando di un “attacco personale”. Disse:
“Allora: o ci spiegano come funziona il Var, o ci dicono arbitra il Var, o ci dicono togliamo il Var. Io ero un fautore del Var, ma se questo è l’utilizzo del Var ci dobbiamo preoccupare. E io sono preoccupato. Mi sento attaccato. Personalmente”.
Ziliani commenta l’accaduto scrivendo:
“Il trucco c’è ma non si vede”.
E torna a Calciopoli. Figuriamoci
“se dopo il bucato fatto nei tribunali sportivi e penali le vedove di Moggi avrebbero accettato di rimanere con le mani in mano. Al grido di “fatta la legge trovato l’inganno”, con una tacita chiamata alle armi i picciotti hanno rimesso in strada il carrozzone finito nel burrone nel 2006 e sono andati a rioccupare il Palazzo degli orrori, e degli obbrobri, il Palazzo del Calcio dei tre cuori e una capanna, Federazione, arbitri e indovinate voi il terzo convitato. Tutti pappa e ciccia, come ai vecchi tempi”.
Il Var, scrive Ziliani, era stato introdotto affinché agli arbitri non fosse più consentito di indirizzare le partite come accadeva un tempo, ma sono bastate due righe inserite nel protocollo, 21 parole in tutto, per continuare a fare i “loschi giochi”.
Il protocollo recita:
“Poiché il Var controllerà automaticamente ogni situazione/decisione, non vi è necessità che gli allenatori o i calciatori richiedano una revisione”.
Semplice, commenta Ziliani. Vuol dire che sarà il Var, cioè un arbitro, “a controllare quel che piace a lui”:
“e vedrete che a lui non piacerà l’idea di dare il rigore a Llorente (Napoli-Atalanta) e al Toro per il mani di De Ligt (Torino-Juventus) mentre gli piacerà molto l’idea di espellere Cassata (Juventus-Genoa) e Fazio (Udinese-Roma)”.
E allora si tornerà indietro ai tempi di De Santis e di Bergamo & Pairetto:
Invece basterebbe una semplice modifica a quelle 21 parole, basterebbe scrivere:
“Il Var controllerà automaticamente ogni situazione/decisione, ma ogni squadra potrà chiedere il ricontrollo di azioni dubbie due volte a partita”.
Sarebbero comunque 21 parole, conclude Ziliani,
“ma almeno avremmo un pallone senza il verme dentro”.