ilNapolista

Le 10 cose da ricordare di Napoli-Bologna

I 60 metri corsi da Insigne palla al piede. I 30 tiri in porta per le statistiche. La sciagurata rimessa laterale di Younes. Cosa non riusciremo a dimenticare di questa partita

Le 10 cose da ricordare di Napoli-Bologna

Uno. Al minuto 16 una cattiveria. No, la cattiveria non è il gol annullato a Lozano per fuorigioco. La cattiveria è la maniera con cui Lozano sbatte il pallone sotto la traversa calciando da pochi metri di distanza. Un’esecuzione che avevamo dimenticato, prigionieri dell’estetica del tiro a giro che ha imperato negli ultimi anni. Non escludo che posa essere stato annullato anche per questo. Perché non era un gol da Napoli. Gli riusciranno anche 4 dribbling ma almeno altrettanti li evita, contagiato da questa idea contemporanea di rinuncia a sfidare l’uomo: te lo trovi di fronte e anziché provare a saltarlo, si appoggia la palla all’indietro, e si ricomincia. 

Due. La punizione di Insigne al minuto 20. Da metri 20. Forse anche due o tre metri più. Francamente da una distanza dalla quale servirebbe un altro tipo di calcio. L’esecuzione di Lorenzo infatti è corta. Come un tiro libero che non arriva al ferro. Eppure nel rimbalzare davanti a Skorupski porta con sé un’imprevedibilità che il portiere preferisce evitare con un colpo di mano verso il calcio d’angolo. 

Tre. Il gol di Llorente al minuto 41. Per restare in termini di basket, sarebbe tecnicamente un tap-in, cioè un rimbalzo con tocco dentro. Fa tutto Insigne nell’azione. Il piattone di Fernando è da ricordare perché portava con sé l’illusione che dopo aver preso 4 punti su 6 al Liverpool, la squadra più forte del mondo, si potesse tornare a essere una squadra normale. 

Quattro. La chiusura di Di Lorenzo al minuto 53. L’azione allarme. L’azione che anticipa tutti i guai che verranno. Di Lorenzo scala e chiude liberando l’area: sul lato opposto stanno iniziando a manifestarsi i problemi, con Maksimovic che chiede a Lozano di salire a fare una specie di terzino quando lui si accentra. Solo che Lozano non può fare il lavoro di Callejon (nuova esclusione: si direbbe un caso). Non a caso a Liverpool lì giocava Di Lorenzo. Maksimovic su quel lato tradisce qualche impaccio anche nell’impostazione. Un conto è fare il terzino bloccato quando sei ad Anfield, un altro quando dovresti aprirti gli spazi davanti per andare in porta. Tanti, troppi i palloni persi o giocati male dal serbo: una media di 2 passaggi sbagliati su 10. 

Cinque. I 60 metri di Insigne palla al piede. L’unica accelerazione di Lorenzo in una partita conclusa con 96 palloni toccati, una enormità per lui, segno di un coinvolgimento speciale nel gioco, quasi un secondo regista (solo Zielinski di più: 101). Ha anche la forza per calciare in modo dignitoso verso la porta ma ci son serate in cui i tiri dignitosi non bastano, direi che non servono. I numeri dicono che i tiri in porta a fine partita saranno addirittura 30. In realtà si tratta spesso di palloni scagliati verso la porta, non di tiri veri e propri. Nello specchio in tutto saranno sei. 

Sei. La parata di Ospina sul rimpallo di Manolas. Il greco va a fare muro su Palacios, il pallone si impenna, Ospina sta già andando giù sulla traiettoria ipotizzata in precedenza. Trova comunque la forza nei muscoli dorsali per restare una frazione di secondo ancora su, sospeso, e afferrare il pallone prima che faccia danni. 

Sette. Il tiro a giro di Mertens alto sulla traversa. Rieccolo. Liberato dalla manovra forse più riuscita della partita – non voglio dire la più bella – Mertens, entrato poco prima, dovrebbe badare a centrare la porta e invece cerca di piazzarla nell’angolo alto. Non con una sventola ma con una carezza. Non è questo il tempo delle carezze. Forse tornerà, forse no. Ma adesso serve portare il pane a casa. 

Otto. Minuto 86. Una rimessa laterale che racconta come siamo messi. Con le mani Maksimovic appoggia a Younes, che con un tocco maldestro – a essere buoni – restituisce la palla al Bologna. Sono due-tre partite che Younes  entra dalla panchina lasciando sempre la sensazione che si trovi fuori luogo, di certo con un impatto sulla partita negativo. 

Nove. L’assist dell’ex di Dzemaili. Il passaggio per il 2-1 di Sansone. La sentenza al minuto 80. Sansone non faceva altro che infilarsi da quella parte. Per tutto il secondo tempo ci ha provato. Dzemaili è fenomenale nel prendere il tempo giusto per nascondere il pallone alla difesa e mettere Sansone solo davanti a Ospina. Una botta e buonasera. 

Dieci. Il gol annullato a Llorente. Il 2-2 viene cancellato dal Var per fuorigioco (come a Lozano) mentre i bolognesi protestavano per una spinta in area su Danilo. La beffa è che il Napoli è andato in fuorigioco 3 volte in tutta la partita. Due di questi sono costati due gol.

ilnapolista © riproduzione riservata