Colpa nostra, leggiamo troppi giornali italiani. Era tutto fatto. Ora leggeremo che la Juve non partecipa ad aste, la Juve è terzomondista
Deve essere una fine d’anno molto triste per i tifosi della Juventus, illusi che sotto l’albero di Natale avrebbero trovato infiocchettato Haaland. O al massimo per la Befana.
Il 24 dicembre, solo 5 giorni fa, Tuttosport titolava
“Juve Haaland ci siamo!”
Parlando di una trattativa serrata con il Salisburgo da parte del club bianconero, sulla base di 30 milioni. Il quotidiano sportivo scriveva che per gli altri club non c’era più storia.
Credevamo fosse questione di giorni, macché, di ore, macché, di minuti. Eravamo già pronti per i poster con il viso inanellato di biondo di Haaland, per la foto del norvegese in bianconero. I media ci avevano convinti. Del resto, non è vero che la Juve non si lascia mai scappare un campione? In questo caso si trattava di una promessa sicura, uno capace di segnare al Napoli e al Liverpool.
E poi, invece, che succede?
Che il biondo ex Salisburgo vola via in Germania, piazzato da Raiola al Borussia Dortmund per la stessa cifra che Cristiano Ronaldo può spendere in un solo giorno per andare a farsi la manicure: 20 milioni circa.
Vincono i tedeschi. Vince, soprattutto, Raiola.
E Paratici? Un altro grande, immenso, l’ennesimo (ennesimo?) colpo dell’uomo del mercato della Juventus.
Attendiamo editoriali intitolati: la Juve non partecipa ad aste contrarie all’etica. La Juve è terzomondista. Ma senza Haaland.