L’editore è Altaforte. Scontro e poi marcia indietro sulla sala intitolata al sindaco partigiano. Bargiggia attacca Gori: «Si atteggia a illuminato, poi fa l’oscurantista»

Bargiggia continua a far parlare di sé per le propri idee politiche. L’ultimo caso è scoppiato a Bergamo. Dove il giornalista avrebbe dovuto presentare il suo libro “I segreti del calciomercato”. Doveva presentarlo all’ex sala consiliare di via Tasso, intitolata al sindaco partigiano Ferruccio Galmozzi. Il libro è edito da Altaforte accusata di essere vicina a CasaPound. E l’Anpia (associazione partigiani) è insorta. Scrive il Corriere di Bergamo:
L’Anpi ne fa una questione di principio: «Sarebbe una banalizzazione invocare il fatto che il libro non abbia natura politica, ma sportiva. Ciò che conta è negare alle organizzazioni neofasciste l’aria da respirare e l’utilizzo di spazi pubblici. Chiediamo con forza che la richiesta sia respinta o che l’autorizzazione sia revocata».
Per il Corriere di Bergamo:
In realtà, quando l’Anpi solleva il caso con il suo comunicato, l’evento è già stato spostato in via Nazario Sauro, nella sede di CasaPound. Ma la denuncia dell’Anpi è bastata per scatenare una polemica sui social.
Per Libero, invece, il presunto neofascismo nulla ha a che fare con il calcio e riporta dichiarazioni del giornalista.
«Sono sconfortato e desolato», dice ai nostri taccuini Paolo Bargiggia. «È incredibile che un libro che parla della mia esperienza da cronista di calcio venga strumentalizzato a fini politici. Ed è incredibile che a vietarlo ci pensi un’associazione che non ha più senso di esistere dato che i veri partigiani sono morti, e che nondimeno esercita un’influenza enorme sulle scelte di politici e amministratori, cercando di mettere il bavaglio, di togliere gli spazi fisici e di proibire la cultura a essa sgradita»
Forte la presa di posizione anche nei confronti del sindaco di Bergamo:
«Non pensavo che un uomo tutto ciuffo e cachemire, che si atteggia a imprenditore illuminato, potesse cedere a questa forma di oscurantismo».
Il Corriere di Bergamo, invece, ospita dichiarazioni dell’assessore Giacomo Angeloni:
«La richiesta della sala da parte di Altaforte era stata accettata perché i moduli che contengono dichiarazioni di lontananza dal fascismo erano stati sottoscritti. A quel punto erano in regola per affittare la sala. La concessione degli spazi non è a discrezione della politica, sarebbe abuso di potere». L’utilizzo della sala Galmozzi, alla fine, non era stato comunque accordato: Altaforte non aveva pagato nei tempi previsti la somma per l’affitto. «Condivido i moniti sui nuovi fascismi, ma l’Anpi sapeva da due giorni che la questione era già risolta — aggiunge l’assessore Angeloni —. In questo modo si è fatta pubblicità a questo evento».