Scivolone o dichiarazioni consapevoli, quelle di Ringhio? Certo fa strano ascoltarle da chi si è dichiarato amico fraterno del precedente tecnico
“Delle due l’una: o Rino Gattuso voleva effettivamente dire ciò che ha sussurrato ‘coram populo’ oppure anche a lui, inconsapevolmente, è capitato d’essere tradito da un inatteso scivolone, come a Koulibaly e a Di Lorenzo”.
Esordisce così il Corriere dello Sport nel parlare delle esternazioni dell’allenatore del Napoli nel post-partita di Lazio-Napoli. Quando ha lanciato una bordata nemmeno troppo velata al suo predecessore,Carlo Ancelotti.
Parole, quelle di Gattuso, che, assicura il quotidiano sportivo,
“essendo stavolta come pietre, qualche segno l’hanno lasciato in Carlo Ancelotti. Che ha ascoltato, ha letto e si è ritrovato con il sopracciglio arcuato non prima d’aver avvertito un filo d’amarezza”.
In particolare, continua, Ancelotti non ha gradito i riferimenti all’inadeguatezza della preparazione atletica e alla necessità di trovare nuovi sistemi di allenamento.
“Ma un’eco atterrata a Liverpool, a proposito della preparazione atletica, della necessità di trovare nuovi sistemi d’allenamento ha spalancato distanze che Gattuso sembra abbia definito in questa sua eredità pesante da chi è stato totem e mentore, amico e punto di riferimento”.
Lo strappo consumato da Gattuso potrebbe essere stato involontario
“però è stato sorprendente ascoltare, nell’analisi di Gattuso, riferimenti che sono apparsi pungenti nei confronti di un predecessore che, nella storia personale dell’allenatore del Napoli e per sua stessa ammissione, non è un uomo qualunque, né ha un ruolo marginale. Con il quale è stato condiviso un tempo che pareva appartenesse all’eternità appena nel giugno scorso, ai sessant’anni di Ancelotti a Capri, festeggiati ringhiando allegramente assieme, in compagnia d’una squadra che poi, inaspettatamente, sarebbe passata dall’uno all’altro, diventando materia di divisione”.