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Dialogo tra Montalbano e Bonaccini (con Catarella)

Montalbano incontra il nio riconfermata prisidinta delle Rigioni Emili-Rumagnia Bonaccina, al suo nomina faciva honoria pirchia pariva nu bonacciona

Dialogo tra Montalbano e Bonaccini (con Catarella)

Il Questuri Bonitta-Alderiga lo aviva acchiamato alle prime albe, “Montalbano, cosa fa, dorme ancora? Oggi lei ed un suo uomo devono essere presenti a Montelusa a Palazzo delle Aquile per ordine pubblico: c’è una seduta straordinaria della Conferenza Stato-Regioni con i maggiori Governatori d’Italia”.

Montalbano (a Bonitta-Alderiga, ‘Fetuso’): “Agli ordina dutturi!”.

Entrata in cummissariata alle sia e trinta Muntilbano acconvocai a Fatia: “Allura Giuseppi, commo stamo misa co i turna?”.

Fatia: “Dutturi, simmo tutti impegnata nel pedinamenta dell’omo dei Cuffaro: ci staviu sulo Catarelle… “:

M: “Va bine, dilla che si appripari che havimmo da annari a Montilusa”.

Intrata nel Palatia della Aquilia Muntilbano annutai il prisidentia della Rigione siciliane che apparlava con un tipo sinza capilla ma con un fulta barbe a fari da contrappisa.

Il prisidinta lo acchiamai e lo prsintai: il barbuda eri il nio riconfermata prisidinta delle Rigioni Emili-Rumagnia che si acchiamava Bonaccina e al suo nomina faciva honoria pirchia pariva nu bonacciona.

“Commissario, la sua fama l’ha preceduta: sono lieto di incontrarla”.

Muntilbano: “L’uniche pirsona famusa aqui è lia Prisidinta: pari che havi facta n’imprisa abbattinda il suo rivalia Salvinia”.

Bonaccina: “Allora è vero che lei è dei nostri ed è il fratello del mio Presidente Zingaretti?”.

M: “Nonsi Prisidinta, fecchianiusa este: io sugno figli unica”.

B: “Sì, comunque ho fermato l’avanzato del barbaro lumbard”,

M: “Il mio aginta aquì prisinta ci ha parlata proprio qualichi giorna a citofonia”.

B: “Che essere assurdo: citofonare come facevano i ragazzini nei primi anni ‘80”.

Catarelle: “A nuia a citofoniata al Cummissariata: vuleva icriminarcia”.

Muntilbano: “Ma Prisidinta, poti farla una dimanda?”.

Bonaccina: “Ma certo commissario”.

M: “Ma è vira che havi vinta con l’appoggia delli sardinia?”.

B: “Si, dottore, in Emilia-Romagna come lei sa nascono tutte le novità che poi saranno establishment nel nostro Paese”.

Catarelle: “Ma li sardinia nuia li havivama da timpa e ce li mangiama macari hodie”.

Bonaccina: “Simpatico il suo agente con i suoi paradossi”.

Muntilbano: “Non sugna paradossa: sugna realitate”.

Bonaccina: “(…)”.

Catarelle: “Mia matre me li faciva a biccafiche”.

Muntilbano: “Ma lassamo il discurso alimintari – simma omnes Cannavacciuola; nuta parianti del Muntilbano – ma havi vista che comunqui la Distra havi aumentata i su consensa e se si fusse vutata per il guberna cintrali avristi prisa le mazziata?”.

Bonaccina: “Beh, questo è un dato incontrovertibile, commissario: ma prima delle elezioni abbiamo tempo di creare un argine democratico verso il pericolo delle Destre”.

M: “Ma commo faciti si i Cinqui stiddra stanna pirdindo i vuta?”.

B: “In effetti per gli equlibri di governo è un problema”.

Catarelle: “Macari Galluzza non li vuta plus?”.

Bonaccina: “Ma chi è questo Galluzza?”.

Muntilbano: “Nonsi, dutturi, è un mia aginta che dai mittappa ha vutato per DiMaia”.

B: “Quindi anche nella polizia ci sono sacche di voti per il Movimento?”.

Catarelle: “Si ma li sacca poia si svotana… “.

Bonaccina: “Ma lo sa che il suo agente è una macchietta: quasi quasi me lo porto a Casalecchio di Renao”.

Catarelle: “Io non ci voli veniri a Casalecchia: non ci l’havio prublema alli rina”.

B: “Dire che il suo agente è parossistico mi pare limitarlo: ma lei come si chiama, chi vota?”.

C: “Io mi acchiama – ma mi acchiamano macari li altiria; nota filolugica di Catarelli – Agatino Catarelli – : il vuto è sigrita e qunni non li dica chi avvuta. Ma a lia possa diri che sugno sumpatizzanda delli sardinia”.

B: “Allora lei fa parte di quella società civile che un tempo si asteneva ma che ora ha deciso di scendere in capo contro il linguaggio arrogante di questa destra pericolosa?”.

C: “No io facia partia pe mia: ma mi piacia quanno i giovina scinnano da sula in piazze facinno disigna, accantanne e sunnana”.

B: “E noi a quei giovani puntiamo”.

Muntilbano: “E allura pirchia havita facta il Giobbeacta?”.

B: (…)”.

Caterelle: “Io Giobbe l’aggia sintita in Chiese: nun mi pariva docia di sardinia… “.

 

 

 

 

 

 

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