ilNapolista

Se i genitori facessero i genitori, avremmo meno ragazzi in coma etilico

Il CorMez descrive i genitori più attenti ad intrattenersi con gli amici davanti ad uno spritz che ad educare i propri figli, le cui debolezze vengono imputate sempre ad altri. E sono proprio i genitori a dare ai figli i soldi per l’alcool

Se i genitori facessero i genitori, avremmo meno ragazzi in coma etilico

Pare che i genitori si stiano organizzando. Partiranno dal Vomero, ma già promettono di spostarsi a macchia d’olio su tutta la città. Programmano ronde notturne per strada, fuori dai locali notturni, per impedire ai ragazzi, ai loro figli, di finire in un letto di ospedale in coma etilico o, peggio, di lasciarci le penne. Perché altro che droghe, spinelli o canne, come si chiamavano ai nostri tempi. Il vero male del secolo oggi è l’alcol, i fiumi di alcol in cui annegano ragazzi senza più principi. E senza più genitori pensanti.

Il problema sono i genitori

Il problema non sono i ragazzi e neppure i gestori dei locali, additati da tutti come dei mostri, colpevoli di servire alcool a fiumi agli sventurati ragazzi. Il problema sono proprio i genitori, più immaturi e scavezzacollo dei loro figli, per i quali, come scrive oggi Anna Paola Merone sul Corriere del Mezzogiorno, rappresentano il modello più sbagliato. Proprio quello che li spinge verso la deriva alcolista.

Non possiamo per ovvi motivi trascrivere l’intero pezzo della Merone, pur considerandolo da incorniciare. Ci limitiamo a riportarne solo piccoli stralci. La Merone descrive i genitori come più attenti ad intrattenersi con gli amici davanti ad uno spritz che all’educazione, incapaci di punire i propri figli. Frequentatori assidui degli stessi baretti frequentati poi dai loro ragazzi.

coma etilico

Quasi tutti fanno finta di non sapere. Anzi, sostengono

“di avere figli virtuosi, senza vizi, senza peccato e bravi finanche a scuola. Ragazzi che sono in realtà studenti con prestazioni bassissime, una scorta di erba che va molto oltre l’uso personale e una fiaschetta di superalcolici in tasca”.

E’ sempre colpa di altri

Il problema siamo noi, scrive la Merone (e lo sottoscriviamo con il sangue e il dolore con cui abbiamo partorito). Dovremmo fare i genitori e invece ci comportiamo da adolescenti, salvo poi stupirci quando scopriamo che i nostri figli bevono o fumano. Siamo dei genitori che danno sempre ad altri la colpa delle debolezze dei propri figli.

“Una bevuta di troppo è colpa di un barista senza etica, un compito in classe andato male a scuola va imputato ad un professore ostile, una prova sportiva non superata ad un allenatore non in grado di tirare fuori le potenzialità dell’atleta in erba”.

Chi dà i soldi per l’alcol ai ragazzi?

Del resto, chi è che dà a quei poveri figli innocenti le banconote da 50 o 100 euro con cui vanno in giro a fare follie di sera? Quei soldi glieli danno proprio mamma e papà.

Nei giorni scorsi, sui quotidiani, c’era il racconto del Capodanno a Roccaraso, quando un tavolo, nel locale notturno, costava sui 120 euro. Era pieno di ragazzini. Tutti dimenticano, però, che erano tutti paganti. Qualcuno, i soldi in mano, glieli doveva pur aver dati.

Meno spritz, più valori

Forse, allora, i genitori, prima che fare ronde, dovrebbero fare un po’ di autoanalisi, un piccolo, brevissimo esame di coscienza, e poi passare a chiudere i rubinetti, ovvero i portafogli. Certo, poi dovrebbero sentirsi nelle orecchie le lagnanze dei loro rampolli, che resterebbero a secco, non potrebbero più fare la vita che nessuno di noi, a quattordici o quindici anni si è mai sognato di fare. Perché quegli stessi genitori di figli adolescenti, che oggi quindi avranno sui cinquant’anni, se avessero chiesto ai loro rispettivi padri e madri 120 euro per andare in un locale notturno si sarebbero visti rispondere con 120 calci nel culo, piuttosto.

Non è che si stava meglio quando si stava peggio, ma sarebbe bene finirla con la sindrome di Peter Pan. Meno spritz, più valori educativi. Magari qualche ragazzo, dal coma etilico, riusciremmo pure a salvarlo.

ilnapolista © riproduzione riservata