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Il Comune di Roma non paga lo sparo del cannone del Gianicolo: 42mila euro di debito

Diverse le annualità non corrisposte all’Esercito per lo sparo che quotidianamente segna il mezzogiorno romano. Si tratta. Ma se dovesse fermarsi nell’anniversario di Roma Capitale?

Il Comune di Roma non paga lo sparo del cannone del Gianicolo: 42mila euro di debito

Sul Messaggero il caso del cannone del Gianicolo. Quello che dal 1847 in poi ogni giorno spara un colpo per segnare il mezzogiorno a Roma. Colpo che fu introdotto da Pio IX per avere una specie di orario ufficiale. Fino all’inizio del Novecento il cannone che sparava era lo stesso che nel 1870 aveva aperto la Breccia di Porta Pia. Poi è stato rimpiazzato più volte. Dal 1991 si tratta di un obice impiegato nella Seconda Guerra Mondiale.

Il famoso cannone è oggi al centro della cronaca per un problema di morosità. Sparare costa, infatti. La cerimonia quotidiana è appannaggio dell’Esercito e per essa il Comune deve pagare 42mila euro. Cosa che non ha ancora fatto.

Il quotidiano scrive che nell’ultima variazione al bilancio 2020-2022 emerge un passivo di 32.262 euro e 46 centesimi per il mancato pagamento delle annualità 2015-2016-2017-2018 e gennaio/ottobre 2019 per il servizio dello sparo del cannone del Gianicolo.

E adesso? Si rischia lo stop allo sparo? Potrebbe. Per ora il Comune tratta con il Comando militare. Poi dovrebbe partire la procedura di liquidazione da parte della Ragioneria. Il problema è che siamo nel 150esimo di Roma Capitale. Sarebbe un bel problema se il cannone smettesse di suonare proprio adesso.

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