La Juve è sempre al centro delle contestazioni. Gli arbitri pure. Moggi e calciopoli sembra siano passati invano
Su Il Giornale, Riccardo Signori scrive delle polemiche tra Commisso e Nedved post Juventus-Fiorentina.
Le polemiche dei presidenti non sono una novità, scrive.
“Non potendosela prendere con se stessi, si dilettano contro arbitri e allenatori. I giocatori quasi sempre stranamente esenti”.
A volte portano danni
“Talvolta sono danni più che soluzioni: De Laurentiis insegna”.
Poi ci si chiede perché nel mondo del pallone ci sia violenza. Signori ricorda quanto accaduto 15 giorni fa in Coppa Italia, dopo la partita tra Fiorentina e Atalanta (che sabato andrà in scena in campionato). quando Gasperini uscì dal campo imbufalito. Domenica è toccato a Commisso, che si è detto disgustato per l’arbitraggio contro la Juventus.
“Non è la prima volta che Commisso entra in polemica (vedi appunto il capitolo Atalanta). I padroni statunitensi in Italia hanno ripetuto tutti gli stessi copioni: indignati, disgustati, preoccupati per il bene del calcio, senza mai dire la parola business che sta al centro del cuore loro. Che poi sono concetti e polemiche trascinati negli anni dai migliori prodotti presidenziali nostrani: non c’è stato patron o padrone (lasciamo perdere i dirigenti a cominciare da Nedved) che non ci abbia illuminato con le intemerate”.
Non bastano i presidenti, ci si mettono anche gli arbitri. Interviene anche Nicchi a difendere la categoria.
“Peccato che Nicchi sia stato un arbitro da dimenticare e che entri quasi sempre a gamba tesa sulle turbolenze verbali”.
Non ha mai preso in considerazione l’ipotesi che gli arbitri possano sbagliare.
“La storia calcistica recente insegna che arbitri e dirigenti dovrebbero costringersi a qualche silenzio in più e a qualche errore in meno. Firenze rispolvera le guerre del tempo dei Della Valle che prima sbraitarono, poi si adeguarono. La Juve è sempre al centro delle contestazioni. Gli arbitri pure. Moggi e calciopoli sembra siano passati invano”