Il direttore sportivo della Roma si sfoga con i media: “Volete attaccarmi? Nessun problema, non sarò spappolato da questo percorso”
Doveva essere semplicemente la presentazione alla stampa di Carles Perez, Villar e Ibanez. Si è trasformata in una “appassionata” autodidesa del direttore sportivo della Roma Gianluca Petrachi. Che ha attaccato soprattutto i media:
“Tengo a fare chiarezza, quando si scrive si dicono cazzate, se non fermi l’emorragia si fanno passare le cose per vere. Alla mia prima presentazione, ho detto a tutti quanti che quest’anno per la Roma era il famoso anno zero, sono stato chiamato dalla proprietà per cercare di recuperare degli errori fatti negli anni precedenti, risolvere dei problemi che lo scorso anno e quello prima erano stati creati. La Roma ha fatto una vera e propria rivoluzione. Voglio ricordare che la Roma ha fatto uscire 20 giocatori e ne ha presi 14. La Roma non compra giocatori a 70 milioni, con 70 milioni ho comprato 7 giocatori. Su qualche media escono fuori calunnie e falsità da vigliacchi. Forse sarò una persona scomoda per tanti di voi, non faccio comunelle, non prendo caffè, non rispondo ai vostri messaggi da quest’estate e la mia schiena è sempre dritta”.
Petrachi scende nel dettaglio:
“Volete attaccarmi? Nessun problema, non sarò spappolato da questo percorso. Continuerò a cercare di fare il bene della Roma, finché starò qui porterò avanti la mia idea di calcio. Ci riuscirò o no non lo so, ma ce la sto mettendo tutta. Se c’è un po’ di intelligenza da parte di tutti e soprattutto buona fede, si può pensare che fino a 20-25 giorni fa si decantava una Roma importante, con un allenatore importante, che forse giocava il miglior calcio in Italia. Ora la Roma è in difficoltà; ero preparato a queste, non alle calunnie. Posso spaziare dalla Gazzetta dello Sport, al Corriere dello Sport, a Il Tempo, a tutti. Faccio degli esempi: Petrachi viene bacchettato da Dzeko perché chiede più qualità, niente di più falso. Dzeko deve fare il calciatore, ma siccome è un ragazzo molto intelligente non si sarebbe mai permesso di venire da me a dire una cosa del genere. Se deve fare una cosa lo fa all’interno dello spogliatoio, e questa era la prima cazzata. Seconda: si dice che sono stato convocato per essere messo alla prova dalla nuova società, io ho solo parlato dei programmi futuri e degli investimenti. È stata scritta una inesattezza totale, potrebbero entrare nuovi acquirenti e volevano conoscere le possibili spese future della Roma”.
E ancora:
“Mi hanno censurato, sembravo un killer non il direttore sportivo. Sembrava potessi essere squalificato, ci avete marciato, ma mi hanno assolto. Sono stato ripagato e sono stati smentiti i fatti. Non parlo solamente a livello cartaceo, ma anche televisivo. Sono consapevole che è un momento difficile, forse abbiamo smarrito un po’ d’umiltà. Questo gruppo mi identifica, ha il mio stesso carattere. In questi giorni questo è venuto meno”.