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Coronavirus, Spadafora: «Il calcio ha anteposto gli interessi economici a quelli dell’Italia»

Il ministro a 90esimo minuto: «La Lega non si assume le proprie responsabilità. Anche i calciatori, abbracciandosi, danno il cattivo esempio»

Coronavirus, Spadafora: «Il calcio ha anteposto gli interessi economici a quelli dell’Italia»

In diretta su 90esimo minuto una lunghissima intervista al ministro dello Sport, Spadafora. Il ministro ha risposto alla nota diramata dalla Lega Calcio nel pomeriggio.

“La Lega non si assume le sue responsabilità. Dal Pino rimanda sempre ad altri la responsabilità che è della Lega. La sua gestione è da molti considerata insoddisfacente, e vale lo stesso per me. Mi sembra che non sia consapevole della gravità della situazione che il Paese sta vivendo. Il decreto del Governo consente di giocare a porte chiuse, è vero, ma cosa fa la Lega? Stiamo aspettando che ci sia un altro contagio? Oggi c’è stato un altro calciatore di Serie C contagiato. Cos’altro deve succedere nel Paese per convincere la Lega ad assumersi le sue responsabilità?”

Sulla questione delle partite in chiaro.

“Sui diritti tv ieri ho cercato solo di mettere tutti attorno a un tavolo, ho detto, fatti salvi i diritti di Sky di garantire gli abbonati, diamo la possibilità in differita ad altri di trasmettere in chiaro le partite per favorire un buon tifo ed evitare assembramenti. E invece l’unica conversazione che ho avuto con l’ad di Sky e il presidente di Lega iniziava e finiva solo con il parlare di soldi. Mai un passo avanti per venire incontro a una necessità grave, una cosa che non si è mai vista se non in guerra. Come se il mondo del calcio vivesse fuori dalla realtà. Su alcune cose hanno ragione, per questo bisognava trovare un accordo con tutti. Ma in nome del dio denaro non si è voluto trovare. Il tema dei diritti va aggiornato, metterò mano alla Legge Melandri, presenterò un disegno di legge, vediamo in che modo, ma in questi giorni ho visto il mondo del calcio che si è chiuso a riccio e non ha dato un buon esempio. Anche Pandev oggi si è abbracciato i compagni dopo il gol. Il mondo del calcio continua a dare un pessimo esempio. Spero che la Figc comprenda che bisogna dare un esempio a tutti, per il bene della salute degli italiani. Poi riprenderemo il calcio e gli altri sport, che tra l’altro si sono autoregolati senza aspettare altro”.

“Non ho detto che è stato irregolare giocare le partite, la norma è quella. Ma l’invito che facciamo a tutte le realtà, associative, anche sportive, è evitare ciò che si può. Il modo migliore per fermare il contagio è diminuire la possibilità di contatto con gli altri. Faccio parte dello stesso governo che ha emanato il decreto, ma anche dello stesso Paese. Non stiamo obbligando, ma invitando, invitiamo il calcio a giocare almeno a porte chiuse. Ma di fronte a richieste di Assocalciatori, Balotelli e tanti altri personaggi, ho espresso anche io la mia opinione. Se dovremo assumerci noi le responsabilità, se loro non vogliono, vuol dire che prenderemo in considerazione anche questo nelle prossime ore. Mi auguravo un senso di responsabilità maggiore da parte della Lega”.

Siete pronti a una decretazione di urgenza?

“Aspettiamo martedì. Confido molto nell’equilibrio di Gravina e in quello che il Consiglio Federale deciderà”.

Non c’erano i margini per dare lo stop in modo autoritario al calcio?

“No, perché avremmo dovuto fare un provvedimento di ordine pubblico. Vorrei che fosse chiaro che l’evoluzione del coronavirus non è una cosa che riusciamo a prevedere in modo scientifico. Ci aggiorniamo ora dopo ora con la comunità tecnico scientifica. Nelle ultime due settimane sono cambiate le cose, cambiano le zone rosse, i focolai. Cominciamo a sapere cose in più sulle possibilità di contagio,  ma è un’esperienza nuova per tutti. Altri Paesi stano prendendo esempio dai nostri protocolli, hanno vietato competizioni con più di 1000 persone. Non abbiamo volto fermare tutto con un provvedimento netto. Volevamo provare a vedere come evolveva la situazione. Oggi ci rendiamo conto che l’attività di contenimento è la più importante e stiamo cercando di prendere provvedimenti. È da due settimane che siamo in emergenza, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Quello che è successo mi fa pensare che Dal Pino sia fuori dal mondo”.

Non era meglio fare un tavolo con Sky, Figc, Lega, far passare le partite in chiaro in secondo piano e obbligarli a bloccare il campionato?

“La settima scorsa ho convocato subito tutte le leghe e la Figc, anche Tommasi. Abbiamo fatto della valutazioni insieme, da cui è nato il primo provvedimento. Quella riunione è stata propedeutica ai primi provvedimenti. Ieri ho passato la mia giornata al telefono con tutti di nuovo per far contribuire tutti. Il no della Lega e di Sky è stato netto, facendo riferimento a norme che in realtà, se ci fosse stato l’accordo comune, non avrebbero leso i diritti di nessuno. Sono invece venuti prima gli interessi economici e poi quelli del Paese. E’ una cosa fuori dalla realtà rispetto al momento, anche se sono interessi legittimi”.

Pensate di affrontare il discorso anche a livello europeo?

“Sì, ho già sentito diversi colleghi europei, anche il ministro inglese. Dobbiamo accelerare i contatti con le federazioni europee. Siamo ormai già a marzo e dobbiamo capire e non farci trovare impreparati agli appuntamenti internazionali che vedono il nostro Paese protagonista”.

Il ministro ha concluso dichiarando:

“Abbiamo avuto l’adesione di tanti atleti. Da domani partirà una campagna sociale importante per far rispettare le regole, sulla Rai, stando distanti ma uniti”.

 

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