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Crisi Barcellona / La stampa spagnola: Messi soffre, gli manca Suarez (e Xavi e Iniesta)

Il “10” al centro di tutto: gli mancano i riferimenti, soprattutto in attacco. Guardiola: “Sa come sopravvivere nella giungla”. Ma ora si sente solo

Crisi Barcellona / La stampa spagnola: Messi soffre, gli manca Suarez (e Xavi e Iniesta)
foto Hermann

Il Barcellona post-clasico è un film muto. In cui tutti si muovono all’impazzata, ma senza sottotitoli nessuno capisce niente. I blaugrana sono in una crisi che non scoppia, più che altro la squadra di Setién implode piano piano. La sconfitta col Real Madrid ha riaperto le ferite di questa stagione, e sulla stampa spagnola l’analisi va a fondo come un bisturi.

Tutto – moltissimo – si concentra su Messi. Sul Messi che fu, che ora non si trova più. Il Messi che nonostante tutto tiene a galla la baracca. E che tatticamente, gira e rigira, non trova i suoi punti di riferimento.

“Muove la testa. Destra, sinistra, sinistra, destra. Sa esattamente cosa accadrà. La sua testa è sempre in movimento. Non corre, ma osserva sempre cosa succede”, dice Pep Guardiola nel documentario “This is Football”. “Dopo cinque o dieci minuti, ha la mappa negli occhi e nel cervello per sapere esattamente quali sono gli spazi e qual è il panorama. È come essere nella giungla e dover sopravvivere”. Secondo Sport nella giungla attuale Messi “soffre più del solito. Soprattutto da quando Luis Suárez, il suo grande amico negli spogliatoi e il giocatore che comprende meglio il gioco del “10”, s’è infortunato.
Si è visto al Bernabéu: Messi sembra sentirsi solo e la sensazione di frustrazione lo invade. Senza la presenza di un “9” ha perso riferimenti e automatismi”.

Gli mancano Iniesta, Alves, Neymar. Ma anche Mascherano, Pinto o Cesc. E gli manca Xavi. Il quale racconta a El Pais che quando gestiva lui il pallone “alzavo la testa per vedere dove fosse Messi. Se lui guarda a terra, poi fa una veloce girata e torna a guardare. Segue il gioco sempre, anche se il pallone sta da un’altra parte. Leo sa dove deve stare per fare danni. Io gli dicevo: ‘mettiti là che noi ti diamo il pallone”. Secondo El Pais non è più così. Quel Barcellona non c’è più.

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