Potrebbero essere 41 mila quelli fuggiti il 7 marzo e migliaia quelli non dichiarati. Un’incognita pesantissima per regioni con sistemi sanitari farraginosi

Sul Fatto i numeri, impressionanti, della grande fuga dalla Lombardia verso Sud dello scorso 7 marzo. Durante la notte migliaia di persone sono scappate dall’imminente chiusura della regione verso le regioni meridionali, appena si sono diffuse le prime indiscrezioni sul decreto Conte.
Quella fuga, oggi, rischia di essere un peso enorme da sopportare. Il Sud rischia di diventare una nuova zona rossa, con migliaia di casi.
In due giorni, scrive il quotidiano, le autosegnalazioni per i rientri in Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Basilicata avvenuti quella notte sono salite a oltre 33.500. Ma andando più a ritroso, ai primi provvedimenti di chiusura delle scuole del Nord, potrebbero essere oltre 41 mila. E molti – migliaia – potrebbero aver omesso le dichiarazioni. Un’incognita pesantissima per regioni che non hanno sistemi sanitari forti come quelli di Lombardia, Emilia-Romagna o Veneto.
La regione che rischia di pagare il prezzo più alto è la Calabria, scrive il Fatto. I casi accertati sono 18, ma circa 900 persone sono in quarantena. Ieri le autosegnalazioni erano circa 4 mila, ma si stima che i rientri ammontino al triplo: 12 mila.
Il sistema sanitario regionale era già vicino al collasso. Il quotidiano spiega:
“Dispone di soli 148 posti letto in terapia sub-intensiva e 107 in rianimazione. Che però sono già vicini alla saturazione, perché occupati da persone affette da altre patologie, con percentuali che oscillano rispettivamente tra il 75 e il 90%. È l’ ultima regione in Europa per rapporto tra posti letto e popolazione: la diffusione del contagio avrebbe un impatto disastroso”.
Anche il sistema sanitario della Puglia è in sovraccarico. Da quando è iniziata l’emergenza nel Nord ci sono già più di 13 mila autosegnalazioni (7600 dal 7 marzo) e migliaia di persone in quarantena. Il governatore della Regione, Michele Emiliano, spiega che la sanità pugliese può assorbire al massimo 2000 contagiati, dei quali mille ricoverati. Oltre questo limite c’è il crollo.
La soglia di assorbimento della Campania è più alta, può reggere fino a 3000 contagiati. Fino a ieri i casi di positività al virus erano 154. Ma la nostra regione è anche la più esposta al rischio relativo ai rientri di quella maledetta notte. Secondo i dati della Regione, le autodenunce sono 1.700. Poche. I rientri potrebbero essere molti di più, addirittura migliaia.
Il governatore De Luca ha già promesso di fare le sue valutazioni nelle prossime ore.
“Se servirà io non avrò problemi a chiedere la chiusura di tutto: resteranno aperti solo farmacie e negozi alimentari e supermercati”.
Il numero di rientri più grande riguarda la Sicilia: più di 21 mila autodenunce da quando è iniziata l’emergenza (19.500 dal 7 marzo). Per ora i contagiati sono 83 (a ieri) ma le conseguenze del rientro sono ancora tutte da verificare.
Il presidente della Regione, Musumeci, dichiara che sono pronti 200 posti per la rianimazione e che oggi ci sarà una riunione della Giunta per chiedere alle cliniche di dare una mano e alle università di mettere in servizio gli specializzandi.
I numeri della Basilicata sono più modesti: solo 775 rientri.