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In Lombardia il 43% continua a uscire di casa. Avviati i controlli con i telefonini

Sul Corriere della Sera i dati forniti alla Regione dalle compagnie telefoniche. Solo nei primi giorni di zona rossa a Codogno il divieto è stato rispettato

In Lombardia il 43% continua a uscire di casa. Avviati i controlli con i telefonini

La Lombardia conta già 1640 vittime da Covid-19 (soltanto ieri 220) eppure i cittadini della regione continuano ad uscire, in barba alle restrizioni imposte dal governo per frenare i contagi e alleggerire il carico sul sistema sanitario. Gli spostamenti si sono ridotti solo del 60%.

Lo dicono i dati. Da alcuni giorni la Regione sta monitorando lo spostamento delle persone attraverso i loro cellulari, spiega il Corriere della Sera. Le compagnie telefoniche le hanno messo a disposizione i dati del traffico dei ripetitori e l’indice dei segnali che si muovono da una cella all’altra della telefonia mobile. La privacy è del tutto salva. Il sistema serve solo a monitorare quanti spostamenti in meno si verificano rispetto ad un determinato periodo.

“La portata dello spazio tra una cella e l’altra è di 300-500 metri. Quindi chi esce in giardino non risulta, così come chi compra il pane sotto casa (spostamento consentito dal decreto del governo). Nel calcolo finiscono anche quanti (e sono tanti) hanno le cosiddette deroghe per andare a lavorare, per necessità familiari o di salute. Una «popolazione» che per una regione come la Lombardia può valere uno o due milioni di abitanti”.

Rispetto al 20 febbraio, data in cui a Codogno è stato trovato il primo positivo al virus, i movimenti dei lombardi si sono ridotti solo del 60%. Vuol dire che il 40% si sposta ancora con tranquillità.

Un calo drastico, al 50%, degli spostamenti, è avvenuto solo nei primi giorni dell’istituzione della zona rossa di Codogno.

“Poi però il tutto è tornato stabilmente intorno all’80 per cento — quindi solo il 20% in meno di spostamenti rispetto a febbraio — per abbassarsi gradualmente dal 9 marzo, giorno delle misure ancora più restrittive introdotte dal governo. Il massimo del calo si è avuto nel fine settimana con un dato intorno al 30%. Ma poi la situazione è tornata a salire attestandosi sul 43%”.

Il governatore Attilio Fontana si dice perplesso.

«Non si deve ancora ritornare alla vita normale. Dobbiamo essere più rigorosi. Vedo e mi lascia un po’ perplesso che per 2-3 giorni si rispettano rigorosamente le norme, poi diventa tutto un po’ più lasco».

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