Il sindaco di Palermo a La Stampa: «Qui non si tratta del Sud, si tratta di tutto il Paese. Perché il disagio sociale che sta scoppiando al Sud, esploderà anche al Nord»
Su La Stampa un’intervista al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
«Bisogna fare in fretta, più che in fretta. Se gli aiuti del governo nazionale e regionale arrivano tra quindici giorni, e altri quindici servono per distribuirli, rischiamo grosso. L’annuncio sarebbe un boomerang. Il disagio si trasformerebbe in violenza».
Per Orlando le misure stanziate dal governo basteranno per quindici giorni al massimo.
«Ma l’intervento strutturale arriverà con il decreto già annunciato, il Cura Città, che darà nuovo ossigeno e consentirà ai Comuni di sbloccare le loro risorse che erano immobilizzate per il Patto di stabilità, patto che adesso è saltato. Si tratta di centinaia di milioni».
Il sindaco sgombra subito il campo agli equivoci: non si tratta di tornare ad una cultura assistenziale per il Sud.
«Qui non si tratta del Sud, si tratta di tutto il Paese. Perché il disagio sociale che sta scoppiando al Sud, esploderà anche al Nord. E basta leggere i messaggi nella chat che ho con gli altri sindaci italiani. Prima i sindaci del Nord dicevano: ‘A noi non servono questi provvedimenti’, adesso si sono accorti che l’emergenza sta cominciando anche lì. E poi un’altra cosa vorrei dire. Qui non stiamo dando soldi a nessuno, stiamo dando da mangiare. Pacchi della spesa. Pasta, pane, latte, zucchero. Ai vecchi poveri e ai nuovi poveri. Titolari di bed and breakfast, collaboratori di agenzie di viaggio, istruttori delle palestre oggi chiuse. Tutto il mondo dei lavori atipici, che non può accedere agli ammortizzatori sociali dei dipendenti, e che non ha partita Iva. Questo non è assistenzialismo, è welfare».
Orlando si dichiara a favore del reddito di cittadinanza, che potrebbe anche far emergere il lavoro nero.
«Un reddito di cittadinanza più esteso potrebbe servire anche a questo, sarebbe un incentivo all’emersione. Tu dichiari che lavoravi in nero e hai il reddito per due o tre anni. Se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza, avremmo avuto le rivolte di piazza. Io penso che debba essere un provvedimento a tempo finalizzato al reinserimento nel lavoro. Per salvaguardare il capitale sociale, quello che dobbiamo accompagnare durante l’emergenza e che nella maggior parte dei casi tornerà a fare quel che faceva prima. Nel turismo, nei servizi, nella cultura”.
Il sindaco si esprime anche sui raid nei supermercati, avvenuti nei giorni scorsi a Palermo. Palermo non è questa, dice. La stragrande maggioranza dei palermitani è contro la mafia. Ma bisogna tenere la guardia alta.
«In una grande realtà urbana, grazie ai social network, anche l’intervento di pochi acquista grande eco, e può avere un effetto di contaminazione. Bisogna tenere la guardia altissima e denunciare queste presenze. La mafia è lì che soffia sul fuoco e prova a speculare sul bisogno. Una strategia arcaica, tradizionale per Cosa Nostra: se il medico non arriva, cioè lo Stato, qualcuno va dallo stregone. E allora bisogna che il medico arrivi in fretta. Più in fretta possibile».