Il Presidente del Coni: “Nessuno sa da qui a uno, due, tre mesi come staranno le cose. Una dead line per decidere se i Giochi si faranno potrebbe essere giugno”
“Nessuno sa da qui a uno, due, tre mesi come staranno le cose. Una dead line potrebbe essere il mese di giugno”. Malagò parla di Olimpiadi, in un momento in cui il mondo chiude per pandemia: frontiere, trasporti, lo sport in genere. Anche gli Europei sono pronti a saltare, la Uefa lo formalizzerà nella riunione di domani. Ma i Giochi di Tokyo no, quelli restano ancora in piedi attaccati alla flebile speranza che l’emergenza rientri in tempo.
Il presidente del Coni però, ai microfoni di Gr Parlamento, alla vigilia del summit con il Cio, prova a definire anche dei tempi per il processo decisionale. “Nessuno poteva immaginare una situazione del genere. Si naviga a vista. Se c’è un piano B? Noi abbiamo due interlocutori, il Cio ed il comitato organizzatore, è sbagliato ed inelegante anticipare questo tipo di ragionamenti, la realtà è che nessuno sa da qui a uno, due, tre mesi come staranno le cose. Una dead line potrebbe essere il mese di giugno. Mancano 130 giorni ma bisogna verificare come stanno le cose da qui a 60-70 giorni”.