Il Meridione si prepara all’onda Covid-19 provocata dai rientri del 7 marzo. Alcune regioni si chiudono, altre chiedono l’applicazione dell’articolo 438 del codice penale
Il Meridione è preoccupato. Sa che sta per arrivare l’onda del contagio da Covid-19 e ha paura, scrive il Messaggero. I casi crescono di giorno in giorno e ci sono ancora tanti, tra quelli che nella notte del 7 marzo, dal Nord sono tornati al Sud, che non si sono autodenunciati.
Sono proprio loro, scrive il quotidiano, i rientrati e nascosti, che preoccupano medici e governatori, che aspettano di vedere come sarà l’andamento dei contagi tra mercoledì e giovedì per poter decretare o meno la vera emergenza al Sud Italia.
Intanto le Regioni si organizzano. La Sicilia, che ha già 95 pazienti ricoverati per Covid-19 (di cui 20 in terapia intensiva) è isolata. Fermi i collegamenti in ingresso e in uscita (funzionano solo due voli, un intercity e i rifornimenti merci) e chiuso l’aeroporto di Reggio Calabria. Molti sindaci della provincia di Catanzaro e di Cosenza hanno chiesto alle rispettive Procure e al ministero dell’Interno l’applicazione dell’articolo 438 del codice penale, che tutela la salute pubblica, contro il «flusso indiscriminato» dal Nord.
In Campania De Luca continua ad emanare ordinanze e a chiudere comuni.
Anche in Calabria aumentano i contagi, soprattutto nella provincia di Cosenza. Le persone in quarantena volontaria sono 4.583. Ma i posti letto in terapia intensiva sono pochi, anche se se ne stanno attivando degli altri.
In Puglia la situazione viene monitorata, spiega il governatore Michele Emiliano. Anche qui bisogna aspettare. Solo tra mercoledì e giovedì si potrà capire che ripercussioni avranno avuto i rientri del 7 marzo.