Su Libero scrive che nel calcio manca una mano ferma e sicura. E’ allo sbando, con dirigenti incapaci di dipanare la matassa
Su Libero Luciano Moggi scrive del caos in cui è piombato il campionato di Serie A dopo i rinvii delle partite previste nel weekend scorso. Calciopoli non c’entra niente, scrive, a proposito degli striscioni apparsi davanti alla sede della Lega calcio. E richiama la sentenza del processo sportivo, che sancì che il campionato era stato regolare.
“Quegli striscioni saranno stati probabilmente apposti da tifosi di parte che, scontenti dei provvedimenti presi a seguito del Coronavirus, hanno trovato il modo di manifestare il dissenso perché magari la loro squadra doveva giocare senza pubblico al contrario di altre, o perché la partita della propria squadra veniva rinviata a vantaggio di altre che avrebbero invece giocato, pur avendo difficoltà similari”.
Il calcio italiano, scrive, è allo sbando.
“Questo calcio è allo sbando, con dirigenti incapaci di dipanare la matassa”.
Il caos di questi giorni è una prova del fatto che Calciopoli abbia mietuto vittime innocenti, conclude.
“Per cui a quei signori che rievocano adesso Calciopoli consigliamo di riavvolgere il nastro perché questa è forse una delle tante occasioni per capire meglio come quella farsa del passato abbia mietuto vittime innocenti, colpevoli solo di far parte di un’organizzazione con interessi economici forse troppo importanti per essere un gioco”.
Giraudo, ricorda, ammonì di fare attenzione a quelli che sarebbero venuti dopo. Aveva ragione, scrive Moggi.
“Non poteva però pensare che il cambiamento potesse contemplare tante facce conosciute, in gran parte di quelli che accomunavano le loro défaillance con Calciopoli, nell’ovvio tentativo di scalzare alcuni per poter scalare loro le gerarchie senza averne merito. Quelli stessi che in questo momento, con decisioni cervellotiche, hanno scontentato i più, rischiando di falsare magari il campionato, per aver fatto effettuare solo alcune gare spostandone altre in date che interessano ad alcuni meno che ad altri”.
Sarebbe bastato sospendere l’intera giornata per soffocare le polemiche. Ma per farlo sarebbe stata necessaria
“la mano ferma e sicura di una guida che il calcio purtroppo adesso non ha. E chi ne sta pagando lo scotto è l’intero movimento”.