Cardarelli, Monaldi, Pascale, Vecchio e Nuovo Policlinico, Policlinico Vanvitelli. Ora sono ricoverati in reparto o a casa. Tutto è iniziato il 6 marzo al Cardarelli. Forse la causa di contagio è stata il concorsone della Regione Campania
Su Repubblica Napoli il boom di contagi da Covid-19 negli ospedali napoletani. Sono venti, tra medici e primari, negli ultimi dieci giorni. Tra Cardarelli, Monaldi, Pascale, Vecchio e Nuovo Policlinico e Policlinico Vanvitelli (gli ultimi due casi ieri). Oggi sono ricoverati in reparto o a casa.
E’ iniziato tutto dal Cardarelli. Il 6 marzo la dirigente, primario della Obi (Osservazione breve intensiva) dell’ospedale è rimasta a casa. Non si sentiva bene da giorni, ma aveva comunque continuato a lavorare. Poi la tosse, la febbre alta e la polmonite. Sui social, racconta il quotidiano cittadino, si sono scagliati contro di lei perché rientrava da un viaggio a Milano, dove era andata a trovare la figlia, e non si era messa in quarantena. Viaggio però che la stessa figlia smentisce, raccontando di aver partecipato al concorsone della Regione Campania e, dopo, di essere stata a lungo con la madre. Probabilmente è stata questa la fonte di trasmissione del virus. La figlia della dirigente contagiata è sotto osservazione ma sta bene.
«Finché non ho sintomi, inutile sottopormi a tampone. Adesso voglio che mia madre guarisca bene e non viva anche il dolore di questi attacchi stupidi».
Da quel 6 marzo l’escalation di contagi tra i camici bianchi. Alla dirigente della Obi si aggiungono il primario del Trauma center e il suo aiuto, il responsabile della Terza Medicina e quello dell’Urgenza, il primario della Endocrinologia e il dirigente “aiuto” dell’Ortopedia. Decapitati anche la Neurochirurgia e la Cardiologia riabilitativa, oltre a un infermiere. Altri medici ammalati: 5 al Pascale, 4 al Policlinico e i 2 vertici alla Vanvitelli.
Ai medici contagiati si aggiungono 249 operatori sanitari che hanno chiesto il congedo per malattia. Una circostanza che, sulle pagine del quotidiano, commenta Ciro Mauro, primario del Dipartimento delle Emergenze.
«Non toccano a me accertamenti. Certo è un numero strano. In una Regione che funziona al punto da inseguire i runner per strada, mi aspetto anche rigore per chi è chiamato a fare il suo dovere. In sicurezza, ci mancherebbe ».
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