Un discorso poco chiaro. Senza tv ha escluso gli anziani che sono i più colpiti. La stampa parlamentare: ha tagliato fuori i giornalisti, non dà risposte da 10 giorni
Il messaggio a rete unificata del Presidente del Consiglio. Una sola rete: la sua pagina Facebook. Con la tv di stato a rilanciare dall’internet l’aggiornamento sul contenimento sociale, appuntamento ormai quasi fisso del fine settimana degli italiani. Una specie di pesante spin-off del macabro elenco quotidiano delle cifre della tragedia, il punto delle 18 della Protezione Civile.
Il mezzo, una volta di più, è il messaggio, e il Conte online non piace quasi a nessuno. Servirebbero chiarezza, trasparenza, sicurezze, risposte. E invece la comunicazione unidirezionale non spiega, non risponde, annuncia e pre-annuncia enormi tagli alla vita sociale di un Paese intero, con le misure ancora in redazione. Quando potrebbe farlo, a documenti già pronti, dicendo chiaramente quali sono le attività “non necessarie” che chiude, e quali restano aperte. E – magari – perché. Invece niente. Chiude con “uniti ce la faremo”, e stacca. Lasciando i giornalisti attaccati ad un cellulare a farsi marzullianamente da soli domande a cui non possono rispondere.
L’Associazione Stampa parlamentare in una nota chiede che sia assicurata
“la massima trasparenza e completezza sulle decisioni che il governo sta assumendo. Riteniamo indispensabile che ci sia una comunicazione istituzionale idonea a garantire tempestività e completezza informativa. Abbiamo sollecitato e poi apprezzato la soluzione – annunciata nei giorni scorsi da palazzo Chigi – di tenere conferenze stampa in collegamento video da remoto, in modo da conciliare le esigenze di sicurezza sanitaria e quelle del pluralismo informativo. Non possiamo dunque che esprimere il nostro forte disappunto per l’ennesima diretta sulla pagina personale Facebook del Presidente del Consiglio, che ha tagliato del tutto fuori i giornalisti, com’è accaduto negli ultimi dieci giorni, in cui non c’è stata occasione per sottoporre domande al premier. Giornalisti pure riconosciuti dallo stesso Conte tra le categorie “che ogni giorno compiono atti di grande responsabilità verso il Paese” “.
Conte, insomma, va a senso unico: parla, non ci sono domande, e quindi non ci sono risposte da dare. Troppo facile, dicono in tanti. E poi i modi: annunci una conferenza stampa per le 22:30, e lasci gli italiani in attesa per più di un’ora. Tutti sanno, dalle indiscrezioni, che stai per chiudere ulteriori attività, cantieri, negozi, pezzi di vita. E fai tardi.
Spiegate a #Conte che indire una conferenza di sabato alle 22.45 e fare 40 minuti di ritardo non fa altro che aumentare il panico. Siamo chiusi in casa, coi nervi a pezzi e non ci serve certamente il suo aiuto.
Registri un cazzo di video e lo mandi puntuale alle 22.45! #22marzo pic.twitter.com/AOcv2Fjwz4— Giorgio La Porta (@Giorgiolaporta) March 22, 2020
La scelta di Facebook, per molti, è solo un tentativo di raggiungere quante più persone è possibile, collegate ormai ai social 24 ore su 24. La tv, dicono, è vecchia. Ma la risposta è fisiologica: la vecchia tv è il canale informativo principale dei “vecchi”, gli anziani che Facebook non ce l’hanno (bontà loro) e che poi sono la fascia sociale più colpita dalla malattia. Per cui ci pensano ancora le tv a fare da ponte, rimbalzando il segnale nelle edizioni straordinarie dei tg. Alla fine, il risultato è lo stesso: Conte arriva a tutti, tardi e senza contraddittorio. E’ l’evento clou del sabato sera degli italiani, che una volta era monopolio del varietà.
Sono un uomo di altri tempi. Comunicazioni eccezionali per un momento drammatico del Paese per me non si possono fare su Facebook. No, mi spiace. La forma è importante
— Andrea Vianello (@andreavianel) March 21, 2020