Ha capito tutto. Non sottovaluta. Parla di guerra. Se potesse, fucilerebbe gli irresponsabili. E finalmente ci sentiamo rappresentati
De Luca presidente del Consiglio. Ma anche dell’Onu, della Lega Calcio, della scellerata (e criminale) Uefa. De Luca a capo di tutto. Funzionerebbe il mondo intero, se a dirigerlo ci fosse lui. Di certo, se c’è qualcuno che può tirarci fuori dall’emergenza sanitaria legata al Coronavirus è lo Sceriffo. La nostra unica Speranza.
In questo momento di tragedia devastante, in cui non sappiamo per quanto tempo dovremo restare a casa per frenare il dilagare dei contagi, lui ci parla ogni giorno. E noi, ogni giorno, lo aspettiamo come se fosse un oracolo, una fiaccola che ci illumina il percorso. In un momento in cui ci rode soprattutto (e terribilmente) sapere che tanti nostri concittadini girano indisturbati per la città – solo perché, poverini, non ce la fanno a stare a casa – mentre noi ci cionchiamo nelle nostre abitazioni, lui ci dice che da questi scellerati ci salverà.
Perché De Luca ha capito tutto. Non ci tratta da babbei. Anzi, si rifiuta di avere a che fare con gli irresponsabili, gli imbecilli, quelli che nel suo video quotidiano, oggi, ha paragonato a ragazzini alle prese con la prima comunione. Quelli, per lui, non hanno diritto ad esistere, sono da mettere subito in quarantena obbligata. Se potesse, De Luca li fucilerebbe. Un’altra Lombardia non la vuole, non nella terra che governa, così come non la vogliamo noi.
Si capisce da come parla dei metodi cinesi (educativi, li chiama), da come porta ad esempio la fucilazione di un giovane che ha violato un posto di blocco in Cina. Se mettessimo un De Luca fuori da ogni supermercato, farmacia, negozietto che ancora resiste con la saracinesca alzata, nel giro di cinque minuti si dileguerebbero tutti.
Nel casino generalizzato che è da sempre la nostra regione, De Luca si erge come una statua da venerare. Duro e puro, con la smorfia da molosso mentre parla, i denti digrignati mentre sputa odio verso chi le regole non le rispetta. Chiede fermezza, ancora di più e ancora e ancora. Chiede l’esercito contro gli irresponsabili. Promette guerra se qualcuno ci ostacolerà nella guerra. Guerra, la chiama così, senza mezzi termini. Non fa sconti nemmeno alle parole. La guerra contro un nemico invisibile, che viaggia anche attraverso il fumo dei fumatori per strada (nel suo discorso ha detto anche questo: il fumo è portatore di virus). Smetteremmo tutti di fumare, se solo ce lo trovassimo di fronte nel cammino verso una delle nostre stupide occupazioni, quelle che ci convinciamo essere indispensabili quando desideriamo uscire, violare gli obblighi e le regole. Vecchia abitudine del nostro popolo.
Per Vincenzo (ormai per me è come un fratello, come un padre), le regole valgono per tutti. Guai a pensare di fare i furbi. Per spaventarci non si nasconde dietro il buonismo o le mezze parole. Ci ha avvertiti, quello che stiamo vivendo è ancora niente. Il picco del virus lo vivremo a metà aprile, per colpa degli scellerati che la notte del 7 marzo si sono riversati dal Nord infetto alla Campania, al Sud. Mentre ne parla si intravede il rivolo di schiuma agli angoli della bocca. Gli strapperebbe il cuore dal petto, gli occhi dal volto. Perché sono dei disertori e in guerra, in questa guerra, i disertori non sono contemplati: sono nemici da abbattere, come il virus. La Campania, la sua, non intende fare ostaggi.
De Luca gigante. Ha oscurato tutto e tutti. Mentre il minuscolo Sindaco tace (dopo scaramucce infinite con il nostro Governatore gigante), lui gongola, gode, si arrapa mentre ci illustra la strada. Non si fermerà, finché tutti non avremo capito che c’è un unico percorso da fare, quello che lui ci indica come un faro. Non ci resta che seguirlo. E quando potremo di nuovo uscire, ergergli monumenti agli angoli delle strade, istituire il giorno di San Vincenzo al posto di quello dedicato a San Gennaro.
Il suo è Verbo, Legge, Verità, Giustizia. De Luca è quello che ti convince che prendere un libro e inforcare gli occhiali con i piedi sul divano, la sera, è l’unico modo per goderti il silenzio della quarantena. Che quel silenzio, in fondo, è rassicurante. Quando ce ne parla cambia persino tono, si addolcisce, ce lo fa quasi vedere, come in un romanzo. Non so voi, ma io stasera il “Discorso della montagna” me lo rileggo. Se lo ha detto De Luca vuol dire che è giusto.
Siamo fortunati ad averlo, perché ha la visione totale e concreta del problema. Non lo sottovaluta. Ha capito cosa ci troviamo di fronte. Se trovasse lui il vaccino per questo male silenzioso, non mi meraviglierei.
De Luca mi rappresenta, finalmente. Nella devastazione generale della nostra classe politica, nel nulla assoluto della nostra intellighenzia, lo Sceriffo è un faro nella notte. Anche in quella, silenziosissima, che stiamo vivendo a causa del virus.