«Se Lombardia e Veneto riaprono, ci tuteliamo. I test sierologici non sono stati ancora autorizzati dall’Iss. Non ripristiniremo il cibo a domicilio sulla base di pressioni»
L’intervento del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
«Abbiamo salvato la Campania. Siamo la regione con la maggior densità di abitanti per chilometro quadrato, 430 a 1 il rapporto, in alcune aree anche mille a 1. Non era scontato salvare la regione. Tanti in Italia stanno provando a sporcare la faccia della Campania, ma la verità è sotto gli occhi di tutti. Siamo la regione con la mortalità più bassa. Siamo stati lungimiranti e saremo i primi di Italia ad uscire dal tunnel se continuiamo così».
«Gli esperti ci dicono che in tante parti di Italia siamo ancora alla Fase 1. Sento alcuni miei colleghi che vogliono ripartire. Invece io credo che ci voglia un maggiore senso di responsabilità. Lombardia, Veneto e Piemonte hanno una situazione che non è ancora tranquilla. Lombardia e Veneto, soprattutto, sono in alto mare e vogliono aprire. Così facendo, però, rischiano di mettere in pericolo tutta l’Italia. Per questo saremo costretti a chiudere i confini. La cosa più drammatica sarebbe riaprire tutto e dopo due settimane tornare a chiudere: a quel punto l’Italia non reggerebbe più. Le riaperture dovranno essere sempre accompagnate da un piano di sicurezza sanitaria che è imprescindibile. La ripresa sarà su due piani: economico e sanitario».
«Ad oggi i test sierologici non li ha fatti nessuno. Test che per il momento non hanno ancora la validazione dell’Istituto superiore di sanità. Così come i test rapidi la cui efficacia è dubbia. Se uno sbaglia l’esito, rovina la vita a una persona e crea un danno».
Il Veneto 200mila tamponi, 366 contagi. Lombardia 200mila tamponi e ieri mille contagi. Non è questa ls strada.
Noi vogliamo moltiplicare i tamponi nelle strutture pubbliche, ieri 2.600 tamponi.
La fase due degli screening: priorità alle strutture pubbliche, ai familiari delle persone in isolamento domiciliare
Screening su case di cura.
Estenderemo lo screening alla forze dell’ordine, fasce deboli popolazione, a chi intende riprendere attività produttiva.
Oggi siamo a 43mila tamponi nella Regione Campania, quadruplicato in una settimana. Senza vendere fumo. Facendo quello che serve alla nostra Regione».
«I produttori di tweet sono in crisi d’astinenza, le persone che amano il protagonismo. È un periodo in cui molti hanno smanie di protagonismo. Dai livelli più alti in giù».
«Abbiamo realizzato un ospedale da 120 posti letto. Utilizzeremo questi ospedali modulari non solo per le terapia intensive. Per pazienti covid a particolare anche se non in terapia intensiva. L’importante è non avere più promiscuità tra pazienti covid e non covid».
Cibo a domicilio. «A Lauro tutta la famiglia che gestiva attività di cibo a domicilio, era contagiata. Abbiamo dovuto chiudere tutto il Paese. Lo abbiamo limitato perché era complicato garantire che il trasporto avvenisse in sicurezza col rischio di moltiplicare il contagio. Chi ha aperto in queste settimane, non avrà il contributo regionale di duemila euro. Non lo ripristiniremo sulla base di pressioni. Non vogliamo penalizzare le librerie ma perché le librerie possono essere luogo di aggregazione non controllata. Lo scopo è sempre evitare assembramenti. Anche per le librerie è previsto rimborso per duemila euro come per tutti coloro i quali hanno subito un danno economico. Tutti noi vorremmo aprire domani mattina ma dobbiamo essere responsabili. Ci avviciniamo alle fase 2, ragioniamo in queste ore su qualche flessibilità in più. Saremo felici anche noi di avere qualche apertura in più, ma non per ragioni di opportunismo».
«È la tipica fase di emergenza in cui bisogna dimostrare di essere uomini, quindi di saper assumersi la responsabilità delle proprie azioni nell’interesse di tutti. Bisogna fare le cose utili, non quelle più facili».
«Il piano economico sociale della Regione vale 900 milioni di euro. I fondi vengono dal Fondo sociale europeo, dalla riprogrammazione di fondi Fers, dai fondi del bilancio regionale. Aspettiamo il timbro definitivo al fondo regionale su cui stiamo registrando ritardi insopportabili da parte del ministero del Mezzogiorno. Ho sollecitato Conte».
«Al Vomero abbiamo registrato micro-cluster familiari. Tutti concentrati in un condominio, in un ceppo familiare, vuol dire che non sono state registrate le misure di restrizione. A Pozzuoli registrato qualche leggerezza di troppo nell’ospedale e quindi nella città. Questi focolai li abbiamo già superati».
«Vogliamo inviare un messaggio di speranza e di fiducia, siamo stati un modello non solo di efficienza organizzativa ma anche di rigore dei nostri cittadini. Qualcuno cerca di sporcare l’immagine di Napoli e della Campania, sono in crisi di astinenza. Non riescono ad abbandonare la vecchia abitudine ad offendere la nostra immagine ma in questo caso non hanno molti argomenti per speculare. I nostri cittadini hanno dato prova di serietà, saremo la prima regione italiana che comincia a respirare in un contesto di sicurezza per i nostri operatori economici e le famiglie. Se continuiamo così, usciremo presto da questa tragedia. L’appello è non mutuare le cattive abitudini come quella al propagandismo, allo sciacallaggio, alla politica politicante. Stiamo lavorando cercando di muoverci e di decidere da padri di famiglia, facendo le cose giuste e utili per quanto difficili. Per tutelare il presente e il futuro. Ce la stiamo facendo. Se Dio vuole, abbiamo salvato Napoli e la Regione Campania. Da noi poteva essere una ecatombe. Vi chiedo di stringere i denti ancora per un po’, guardiamo con serenità al futuro».