A Eurosport: «Una ripresa dei campionati a giugno è lo scenario ottimale ma tra gli scenari possibili c’è anche quello che i campionati slittino a settembre»
In Italia i giornalisti, gli opinionisti che vivono di sport, gli aspiranti opinion leader, stanno progressivamente alzando la voce. Negli ultimi giorni sono sempre più insistenti gli attacchi al governo reo di non comprendere l’imprescindibilità del calcio nelle nostre vite. Il tormentone è: “il calcio è un’industria, quindi deve ripartire al pari delle industrie”. Non ci attardiamo qui nell’analizzare quanto il calcio in realtà è un’industria particolare, con un sì vorticoso giro d’affari ma con una modesta forza lavoro. E poi il calcio deve fare i conti con l’essere un’industria voluttuaria. Non produce né beni né servizi essenziali. E in tempi di emergenza sanitaria mondiali, purtroppo è destinato a soccombere.
Nei prossimi giorni, probabilmente, ci soffermeremo su questo movimento di addetti ai lavori che si sta spingendo sempre più un passettino più in là. Oggi qualcuno ha scritto che è populistico far notare che i cittadini sono in attesa di tamponi mentre i calciatori ne farebbero un tot a settimana. Populistico. Chissà qual è il significato che viene dato a questo termine.
Ricordando che il nostro pensiero è: il calcio ha diritto a ripartire ma è ovvio che ripartirà quando ci saranno le condizione sanitarie per farlo. E che – lo abbiamo scritto – se non regge allo stop di qualche mese, è evidente che ha curato poco e male la salute finanziaria dei propri attori ossia dei club.
Nel frattempo diamo conto delle dichiarazioni rilasciate questa sera dalla ministra francese dello Sport Roxanna Maracineau. L’Equipe riporta le sua affermazioni a Eurosport. In Francia il dibattito non è come in Italia. Gli addetti ai lavori mostrano di comprendere quel che sta accadendo, non pretendono – come da noi – che venga riconosciuta chissà quale superiorità. Eppure lei stasera ha detto:
Quello che è certo è che lo sport non sarà una priorità nella nostra società. Non è una priorità oggi nelle decisioni prese dal governo.
Altro che Spadafora.
«Entro l’11 maggio – data inizialmente prevista per la ripresa degli allenamenti – «forse la situazione si evolverà. Ovviamente una ripresa a metà giugno è lo scenario ottimale ma ce ne sono anche altri. Come lo scenario di una ripresa a settembre dei campionati, o anche di una stagione bianca (annullata, ndr) quest’anno per poter riprendere al meglio la prossima stagione»
La ministra ha detto che il divieto di incontri con il pubblico potrebbe essere prorogato anche fino a settembre e che se dovessero saltare Roland Garros e Tour de France non sarebbe la fine del mondo. «Sarebbe senza dubbio la fine di molte cose che sono state sostenute dai ricavi di questi tornei e dal Tour de France. Dovremmo reinventarci dopo un anno di stop».