Lunedì Puliciclone compie 70 anni. L’intervista a La Stampa: «Messi me ne parlò a San Siro. Guardiola lo sento ancora, voleva sapere tutto della mentalità granata»
Lunedì prossimo – 27 aprile – Paolino Pulici compirà settant’anni. Da giorni La Stampa sta pubblicizzando un libro su di lui. Oggi il quotidiano torinese lo intervista e lui regala una chicca che riguarda Messi e Guardiola. Racconta che faceva i 100 metri in 10,5 secondi e che l’Inter lo scartò perché era troppo veloce.
Dice:
«Io non sono vecchio: io sono antico. La roba vecchia si butta, quella antica ha valore».
Il gol dello scudetto è quello più bello? Ce l’ha anche sul profilo WhatsApp…
«I gol sono come i figli: tutti belli. Ognuno di loro è diverso e speciale, penso anche al pallonetto che feci a Zoff e ha ispirato Messi…».
In che senso Messi?
«Me l’ha detto lui, quando l’ho incontrato a Milano prima di una partita di Champions contro l’Inter. Tutto questo perché Guardiola gli ha fatto vedere e rivedere il dvd “Semplicemente Pulici” con i miei gol. Io mi sono messo a ridere, ma Guardiola è così: l’ho conosciuto a Trezzo quando giocava nel Brescia e mi ha massacrato di domande sul Toro e sulla mentalità granata. Poi negli anni ho scoperto che le regole che avevamo noi al Filadelfia le ha imposte a tutto il Barcellona, dalle giovanili alla prima squadra. Con Guardiola ci sentiamo ancora adesso, vuole sapere tutto perché ripete sempre: “Le cose che funzionano, si possono replicare”».
Il rimpianto più grande, invece, resta quello di non aver mai giocato un minuto ai Mondiali?
«Nella vita ho avuto cose belle e cose brutte, ma questo resta un mistero. Pecci diceva che la maglia azzurra non la sentivo come quella granata. Può essere, ma c’era qualcosa che non quadrava: tre volte capocannoniere in A e Bearzot, che mi conosceva bene e mi faceva giocare nella squadra “De Martino” del Toro, non mi considerava proprio. Con il Vecio non ci siamo mai più parlati o chiariti».