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Quando Zico fu squalificato per sei giornate dopo un gol di mano di Maradona

Il libro “Zico o Austria“ ripercorre i suoi due anni Italiani. L’ultima partita fu contro il Napoli. Ma il suo addio era già deciso. Venne poi condannato a otto mesi

Quando Zico fu squalificato per sei giornate dopo un gol di mano di Maradona

«O Zico o Austria» è il libro di Enzo Palladini per Edizioni Incontropiede. Racconta li due anni del brasiliano a Udine. Dal 1983 al  1985. Il titolo si ispira a uno slogan di protesta dei tifosi friulani.

Oggi ne scrive Il Mattino che ricorda Udinese-Napoli penultima giornata di campionato 1984-85. Finì 2-2. Zico andò su tutte le furie perché Maradona pareggiò nel finale con un colpo di testa molto dubbio. Diego segnò con la mano, l’arbitro Pirandola non se ne accorse. Nel post-partita, Zico rilasciò in tv dichiarazioni che gli costarono sei giornate di squalifica. Fu quella l’ultima apparizione di Zico con la maglia dell’Udinese. Scrive Il Mattino:

Provocò quel tumultuoso addio Maradona. O meglio: la sua mano e la sua furbizia. (…) Zico andò da Maradona: «Se sei un uomo onesto, confessa all’arbitro che hai segnato con la mano». L’argentino guardò beffardo il brasiliano: «Sono Diego Armando Maradona, il disonesto ». Le proteste dei bianconeri furono veementi e Zico davanti ai taccuini disse: «È una cosa terribile, il gol di Maradona è stato segnato in fuorigioco e con la mano». Sei giornate di squalifica e l’immediato ritorno in Brasile, per indossare nuovamente la maglia del Flamengo.

In realtà, come si evince dall’intervista in video, il rapporto tra Zico e l’Udinese era già finito. Il contratto era scaduto. La partita si giocò il 12 maggio.SDieci giorni dopo, Zico venne condannato a otto mesi di reclusione per costituzione di capitali all’estero:

Tra i numerosi segni “ics” usciti dal rettangolo verde di Udine ricordiamo quello del 12 maggio 1985 in occasione del “duello” tra Zico (assente all’andata) e Maradona e vinto da quest’ultimo che segnò le due reti del Napoli, anche se la seconda, quella del definitivo 2-2, al 43′ della ripresa, fu realizzata con la mano. L’arbitro Pirandola non si accorse di nulla facendo imbestialire tutto l’ambiente bianconero (erano presenti al “Friuli” 43mila persone), soprattutto Zico, alla sua ultima apparizione nel campionato italiano. Al termine del match, che ha visto l’Udinese colpire quattro pali, creare almeno tre limpide occasioni da rete, il Galinho non usò mezzi termini per accusare Pirandola che definì “incapace”. «Non è possibile lavorare e sudare ogni giorno – disse -, poi ti capita di trovarti un arbitro che vanifica i tuoi sacrifici. Quello che è successo oggi è gravissimo, ha dell’incredibile, ma non è la prima volta che in questo campionato subiamo simili torti, era già capitato con la Juve e con il Como».
Zico due giorni dopo fu squalificato per sei turni, ma il peggio per lui doveva ancora venire: il 23 maggio fu condannato dal Tribunale di Udine a otto mesi di reclusione e ad una multa di un miliardo 630 milioni per costituzione di capitali all’estero anche se qualche anno dopo il provvedimento fu stralciato.

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