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Ristoratori e pizzaioli contro gli orari per l’asporto in Campania

Ciro Salvo (50 Kalò): «A Napoli dalle 16 alle 19.30 non mangia nessuno» Porzio «Pensavamo di coprire la domanda anche a ora di pranzo»

Ristoratori e pizzaioli contro gli orari per l’asporto in Campania

È arrivata ieri l’ordinanza della Regione Campania per la riapertura da lunedì  27 delle attività legate alla ristorazione, ma è già polemica. La Campania era l’unica Regione a non aver consentito il delivery del cibo, ma per molti è una “vittoria di Pirro” dal momento che la Campania ha imposto orari rigidi riguardo alle consegne. La mattina via libera alle consegne di cornetti e caffè, mentre nel pomeriggio, dalle 16 alle 22, sarà il turno di pizze e panini.

A lasciare a desiderare sono gli orari rigidi imposti da De Luca. Soddisfatto, ma non troppo, è intervenuto sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno, Ciro Salvo (50 Kalò)

«A Napoli dalle 16 alle 19.30 non mangia nessuno e mi chiedo quale corsa ci sarà il sabato sera per ordinare una pizza visto che il limite è fissato alle 22. É noto che in città si mangia tardi e tenere aperte le attività di ristorazione in orari più congrui non credo avrebbe fatto la differenza. Per noi questo resta un segnale di incoraggiamento. La ripresa è ben altro».

Si schierano su Repubblica, anche Massimo di Porzio presidente Fipe Napoli e Pasquale Russo, direttore Confcommercio Napoli

«È un passo importante ma ci aspettavamo una riapertura senza limitazioni di orari come accade già da tempo in tutta Italia saremo costretti a fare tutto in sole due ore, dalle 20 alle 22. Che senso ha aprire un ristorante alle 4 del pomeriggio? Ci aspettavamo restrizioni ma almeno pensavamo di coprire la domanda a ora di pranzo per chi lavora in smart working»

Non solo gli operatori, ma anche la politica entra in polemica con il Governatore, sul Mattino infatti il capo dell’opposizione di centrodestra Stefano Caldoro sottolinea

«Con grande ritardo, rispetto alle Regioni, arriva finalmente il via libera alla consegna del cibo a domicilio, richiesta dal centrodestra e da tutti gli operatori. Anche se alcune attività, bar e pasticcerie sono autorizzate fino alle 14, altre solo dalle ore 16 e fino alle 22: questi limiti introdotti sono oggettivamente incomprensibili».

 

 

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