Il Fatto quotidiano scrisse che le schede non erano mai state aperte (come da denuncia di Preziosi). Circolò l’audio di quella riunione. Micciché era stato indicato da Malagò
Il sistema calcio, l’industria calcio tanto sbandierata, finisce in Procura. L’agenzia Ansa informa che la
Procura di Milano ha chiesto l’apertura dell’urna con le schede, depositate presso il notaio Giuseppe Calafiori, utilizzate per l’elezione di Gaetano Miccichè alla presidenza della Lega Serie A il 19 marzo 2018.
L’attuale presidente della Lega, Paolo Dal Pino, ha informato l’Assemblea dei club di serie A che è in corso.
La richiesta della Procura rientra nell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, sull’assemblea in cui fu eletto il banchiere indicato dall’allora commissario della Lega Giovanni Malagò presidente del Coni.
Grazie a un articolo del Fatto quotidiano, a firma Paolo Ziliani, emerse che al momento della votazione le schede non furono scrutinate. Micciché, per essere eletto, avrebbe dovuto ottenere l’unanimità in quanto portatore di conflitto d’interesse (in quantp presidente di Banca Imi e membro del cda di Rcs). Circolò l’audio di quell’assemblea, con linguaggio colorito e De Laurentiis contrario.
In realtà non si conobbe mai l’esito del voto. Ci furono solo dichiarazioni pubbliche a favore di Micciché.
Venti mesi dopo, Micciché si dimise dalla presidenza della Lega Serie A, proprio a ridosso della chiusura dell’indagine della Procura della Federcalcio.
Le irregolarità furono denunciate dal presidente del Genoa Enrico Preziosi. Il procuratore aggiunto della Figc Giuseppe Chinè non riscontrò prova di dolo, prova che avrebbe fatto scattare i deferimenti. Ma precisò che il procedimento poteva essere riaperto “a fronte di eventuali nuove risultanze dell’indagine della Procura della Repubblica di Milano”.