ilNapolista

Ai pochi tifosi del Napoli lucidi, il personaggio Sarri era chiaro da tempo

Finto fenomeno rivoluzionario. La leggenda della rosa corta. La cavalcata dei 91 punti coprì tutto e ha abbagliato anche Agnelli che oggi sembra pentito

Ai pochi tifosi del Napoli lucidi, il personaggio Sarri era chiaro da tempo
Sarri (Ciambelli)

Riproponiamo l’articolo scritto da Fabrizio d’Esposito per il Fatto quotidiano

Ben prima dello scempio post-Quarantena di mercoledì sera all’Olimpico, la resa culturale del sarrismo, finto fenomeno rivoluzionario, era avvenuta all’avvio della stagione calcistica, nel settembre scorso. Per bocca dello stesso Comandante: “Questa Juve non giocherà mai come il mio Napoli”. Secco. Testuale.

Ma come, il maestro Guardiola ipnotizzò persino Messi con il fatidico e ossessivo tiki taka e il Sacchi del Terzo millennio non
è riuscito mesi dopo mesi a convertire Cristiano Ronaldo al suo verbo estetico?

La verità è che Maurizio Sarri è arrivato alla Juve sull’onda di una leggenda aurea che ha coperto bugie, errori e mezze verità nell’ormai mitica cavalcata dei Novantuno Punti del Napoli nel campionato 2017-18, con il secondo posto dietro la Juve marziana di Allegri.

Ai tifosi ancora lucidi degli azzurri (decisamente una minoranza) era chiaro già nel gennaio di quella stagione che giocare tutte le partite con undici Titolarissimi avrebbe portato allo schianto finale. Di qui la Prima Palla Massima della leggenda sarrita: non aveva la rosa. Invece no. Hamsik fu mediocre sempre e Zielinski continuava a rimanere in panca. Per non parlare di Maksimovic ignorato e vari altri. Del resto aveva senso vincere coi Titolarissimi sei a zero col Benevento e pregiudicare l’esordio in Champions con lo Shakhtar?

Sarri fu artefice di un capolavoro estetico, ma anche il boia che con le sue ossessioni sentenziò l’annunciata condanna del secondo
posto. Alla Juve questi nodi controversi della sua personalità sono esplosi ed è triste vederlo gestionista, abiurando le sue idee come Galileo. Agnelli l’ha sopravvalutato e credo se ne sia reso conto.

ilnapolista © riproduzione riservata