Intervista alla CNN: «Se la Federcalcio non farà nulla, i giocatori agiranno e lasceranno gli stadi. Molti calciatori stanno pensando di farlo»
Bonucci e Allegri hanno sbagliato, ma solo un po’. Più che altro hanno sbagliato a comunicare. Paulo Dybala rilegge il “nonnismo” juventino in chiave razzismo: l’episodio degli insulti dello stadio di Cagliari al giovane Kean, la mancata difesa – anzi, il malcelato attacco – dei senatori, le polemiche susseguenti. Intervistato dalla CNN l’attaccante argentino non può che unirsi al movimento in sovraesposizione costante: dopo l’omicidio Floyd lo sport ha preso posizione per davvero, raccogliendo testimonianze anche tra chi di solito preferisce tacere per prudenza. Dice che «la lotta al razzismo dev’essere di tutti, non solo dei neri».
Solo che Dybala ha il piccolo precedente in casa, che la CNN gli rinfaccia come usano fare i media anglosassoni quando fanno domande. Dybala dice che lo sport è a un punto di non ritorno, e i giocatori sono pronti ad “agire” a sostegno dei compagni di squadra.
Nell’aprile dello scorso anno, Moise Kean segnò a Cagliari nel finale di partita e poiché era un po’ che la curva sarda (non nuova a cosa del genere) lo insultava resto impalato a guardarli. Nessun gesto, niente. Solo uno sguardo. Per la cultura italiana quella è una “sfida”, non si fa, è brutto. E infatti Bonucci e Allegri, nel post partita invece di prendere le difese del giovane attaccante quasi lo accusano: ha esagerato, ha provocato.
“Non erano le parole giuste per quello che stava succedendo”, ammette Dybala. “Devi essere molto cauto quando parli di certe cose e cerchi di mandare un messaggio. Perché spesso le parole non vengono prese per quello che si vuole davvero dire. Sia Bonucci che Allegri possono imparare da questi episodi, perché li conosco molto bene e so che non hanno pensieri razzisti. In quel momento hanno usato parole sbagliate”.
La soluzione per Dybala è dal basso: “Credo che le punizioni italiane debbano essere più severe. In caso contrario, saremo noi giocatori a prendere le misure in modo che non accada, perché stiamo parlando di uno dei più grandi campionati del mondo, dove milioni di persone guardano e se vedono che c’è razzismo e non si fa niente, si sentono incoraggiate e continuare”.
“Le persone che devono agire devono farlo, o sicuramente tra un po’ saranno i giocatori agiranno direttamente. Molti giocatori stanno decidendo di lasciare il campo o di non giocare, e mi sembra una decisione perfetta. Se la società, in questo caso la Federazione Italiana, non fa nulla, i giocatori agiranno”.