Le parole di Marcello Bartolozzi a Repubblica: “Dopo l’impatto era incosciente, eravamo noi che urlavamo. Io urlavo disperato alla ricerca di soccorso”
Repubblica intervista oggi Marcello Bartolozzi che era in sella alla sua bici proprio dietro ad Alex Zanardi al momento del suo terribile incidente di venerdì pomeriggio.
«È successo nel tempo di un lampo, forse Alex si è spaventato».
Smentisce tanti luoghi comuni che sono sorti in questi giorni sull’incidente tra cui quello relativo alla velocità
«Andavamo a quaranta chilometri all’ora. Su una strada in leggera discesa è una velocità normalissima».
È successo tutto all’improvviso con il camion che è sbucato da dietro la curva
«Vedendo il camion arrivare forse si è impaurito. L’ho visto sterzare a destra per cercare di allontanarsi dalla mezzeria e riportarsi al centro della nostra corsia».
Poi la bici ha ceduto e Zanardi ha provato a fare il pilota
«La ruota sinistra della sua handbike si è sollevata da terra. A quel punto, per recuperare l’assetto ed evitare di ribaltarsi, ha dato una controsterzata a sinistra. È una mossa da pilota, quale lui è. Da lì in avanti, però, non è più riuscito a controllare il mezzo ed è caduto, urtando sulla fiancata del tir».
Poi il racconto di quei drammatici momenti
Dopo l’impatto Alex era cosciente?
«Secondo me no, non parlava. Ma mi potrei sbagliare, ero sotto choc».
L’hanno sentito urlare.
«Eravamo noi che urlavamo! C’erano molte macchine ferme, io urlavo disperato: ‘C’è un medico? Qualcuno lo aiuti!’. Altri chiamavano il 118. E grazie a Dio un medico l’ho trovato. Era lì per caso, in una delle macchine, e ha prestato i primi soccorsi».
Infine parla anche della polemica nata sull’organizzazione della gara
«È una polemica che trovo ridicola. Non era una gara, era un’escursione. Come ha fatto Jovanotti o come ho fatto anch’io quando sono stato all’estero. Ho girato tutto il mondo in bicicletta».