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Galliani: “Ho rivisto infinite volte il rigore di Sheva alla Juve e ho sempre avuto paura che lo sbagliasse”

L’intervista a SportWeek: “Ancelotti lo rubammo al Parma all’alba Allegri? Non me ne voglia, ma la storia del club l’hanno fatta Sacchi, Capello e Ancelotti”

Galliani: “Ho rivisto infinite volte il rigore di Sheva alla Juve e ho sempre avuto paura che lo sbagliasse”

Una vita al servizio del Milan, oggi pronto a regalare la Serie A al Monza: Adriano Galliani ha ripercorso i momenti più emozionanti della sua carriera da dirigente in un’intervista a SportWeek, il settimanale de La Gazzetta dello Sport.

Ancelotti

«Chiamo Carlo Ancelotti la sera dell’esonero di Terim, il 4 novembre 2001, dopo la sconfitta contro il Toro e il rigore sbagliato da Pippo Inzaghi. Se Inzaghi non sbaglia il rigore, Carletto firma col Parma. Me lo aveva detto il giorno stesso: “Vado al Parma”.“Bene, in bocca al lupo”. Dopo la partita, parlo con Berlusconi e decidiamo di cambiare l’allenatore.Una vocina mi suggerisce di fare una telefonata ad Ancelotti: “Hai proprio firmato?”. “No, ma ho dato la parola a Tanzi”. “Non ci sono parole quando si tratta di Milan, tu sei il Milan e il Milan ha bisogno di te”. “Ma non posso…”. “Sì che puoi”. Mi presento a casa sua all’alba insieme a Braida col contratto pronto, e a quel punto non può dirci di no.

La finale di Manchester

Vigilia della finale con la Juve. Che finale, con il rigore decisivo di Sheva… In questi giorni vado in giro con una mascherina che mi ha regalato lui stesso nei giorni della pandemia, sopra ha stampata la foto di quel rigore con cui batte Buffon e ci fa vincere la Coppa. Per spiegare la mia pazzia: dopo la finale, per festeggiare la vittoria organizziamo una cena al Castello Sforzesco. A tavola ho accanto un famoso psichiatra di Milano: “Professore”, gli dico, “sono tre o quattro sere che rivedo il rigore di Shevchenko e ogni volta ho paura che lo sbagli. Secondo lei è grave?”. “È inguaribile”. Ho rivisto quel tiro dal dischetto infinite volte alla tv e ogni volta ho temuto che non facesse gol».

«Gli allenatori li sceglievo io, tranne Sacchi»

Nel 2010 porto Max Allegri ad Arcore da Berlusconi. Tra me e il presidente ha sempre funzionato così: l’allenatore lo propongo io, ma lo sceglie lui. Solo Sacchi è stata una sua intuizione al cento per cento. Dunque, gli presento Allegri la sera in cui l’Inter vince la Champions a Madrid. A me Allegri piaceva: per come giocava il suo Cagliari e per l’eleganza della sua persona. “Un giorno verrai al Milan”, gli ripetevo. Aveva il phisique du role per allenare il Milan.

Degli anni di Allegri ricordo con gusto la vittoria della Supercoppa a Pechino sull’Inter. Aveva il physique du role per allenare il Milan, ma non me ne voglia. La storia del club è contrassegnata da tre allenatori su tutti: Sacchi, Capello, Ancelotti.

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