Ancora non hanno ripreso a giocare che già vogliono riportare il pubblico sugli spalti. El Pais: il governo spagnolo ci sta pensando

Non hanno nemmeno ricominciato a giocare che la boutade dei tifosi cartonati sugli spalti è già finita: il calcio rivuole i tifosi allo stadio il prima possibile, magari subito. E il dibattito, da che era “inaccettabile” appena un paio di settimane fa, è diventato ora una specie di nuovo mantra: aprire le porte chiuse. La proposta fatta da Agnelli qualche giorno or sono, che ha raccolto immediati consensi un po’ ovunque tra i club, è ora allo studio del governo spagnolo. A dispetto di tutte le cautele che fino ad un attimo fa avvolgevano il ritorno in campo delle maggiori leghe europee: da un lato la rissa sui protocolli e sui tamponi positivi tra i giocatori, dall’altro il “liberi tutti” persino in tribuna. E’ la schizofrenia al potere.
El Pais scrive che “il governo non esclude che il pubblico possa tornare allo stadio prima della fine di questa stagione, il 19 del Luglio. Il Ministero si impegna a fare una valutazione del rischio. E nel caso in cui nella fase 3, a seconda della situazione epidemiologica, possa essere fatto, sarà fatto, ha detto il direttore del Centro per il coordinamento degli avvisi sulla salute e delle emergenze, Fernando Simón, dopo una riunione con il ministro della Salute Salvador Illa (in videoconferenza, perché allo stadio sì, ma col Ministro è meglio tenersi a distanza…). Madrid e Barcellona, i territori ancora bloccati, potrebbero entrare in fase 3 lunedì 22 giugno.
In realtà in Spagna il progetto è già oltre le chiacchiere. Il presidente del Las Palmas, Miguel Ángel Ramírez, lunedì ha annunciato un accordo con il governo autonomo delle Isole Canarie per consentire l’ingresso di circa diecimila spettatori per Las Palmas-Girona, in programma sabato 13. Fonti governative ieri hanno escluso il piano non solo per motivi di salute: il ritorno del pubblico allo stadio non sarà autorizzato fino a quando tutte le comunità non saranno nella stessa fase. Insomma si va tutti assieme, anche per una questione di parità di condizioni.
Teoricamente il decreto nazionale consentirebbe al presidente delle Canarie di aprire al pubblico negli stadi quando tutte le loro comunità entreranno in fase 3. Tuttavia, l’esecutivo, nonostante la cessione di questo potere alle autonomie, si fida del buon senso e crede che una decisione come questa non verrà presa, al momento.