È quinto in Premier. Il re del mercato ha creato una signora squadra spendendo meno di altri, anche se con metodi dubbi: è protagonista di Football Leaks
Con il successo ottenuto in casa dell’Aston Villa, il Wolverhampton si è portato a due punti dal Chelsea quarto in classifica che però deve ancora scendere in campo. In Premier League si sta disputando la 32esima giornata, quindi siamo a sei partite dalla fine del campionato, e la squadra di Nuno Espirito Santo è in piena corsa per un posto in Champions League, con tanto di scontro diretto con i Blues all’ultimo turno (a Stamford Bridge).
Da tempo, i Wolves hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo. Non per i risultati sportivi, bensì per essere diventati una società controllata dal potentissimo fondo di investimenti cinese Fosun che a sua volta è direttamente legato a Jorge Mendes celebre procuratore di calciatori. Non è di certo una coincidenza che gli interessi di ben sei giocatori accertati (Ruben Neves, Diogo Jota, Rui Patricio, Daniel Podence, Pedro Neto, Joao Moutinho) e dell’allenatore siano curati dalla Gestifute l’agenzia di cui è titolare proprio Mendes e in cui la stessa Fosun ha una partecipazione. In rosa sono otto i calciatori portoghesi, più il tecnico.
La partnership tra il fondo, creato dal miliardario Guo Guangchang, e l’agente ha portato in breve tempo il Wolverhampton dalla Championship alle posizioni di vertice in Premier League. Il tutto evitando così di violare la normativa FIFA che impedisce che i cartellini dei giocatori possano essere gestiti da terze parti. Quale modo migliore di aggirare il divieto, dunque, se non acquistare direttamente un club? Questa intenzione da sospetto si è tramutata in certezza dopo le pubblicazioni di Bild e Reuters entrati in possesso di alcuni documenti ed e-mail trafugati da Football Leaks, documenti che non hanno ricevuto commenti dalle parti coinvolte.
Così facendo, con un investimento tutto sommato contenuto, i cinesi hanno rilevato un club di seconda divisione inglese e grazie alla guida di Mendes l’hanno valorizzato conferendogli una dimensione europea (i Wolves ad agosto giocheranno in casa il ritorno degli ottavi di Europa League contro l’Olympiakos dopo l’1-1 dell’andata). Nel frattempo, il procuratore tra gli altri anche di Cristiano Ronaldo e José Mourinho (oltre che di Gattuso), ha potuto crearsi una base inglese che gli mancava nell’elenco delle società con cui opera con maggiore frequenza quali Atletico Madrid, Porto, Benfica, Monaco, Deportivo La Coruña, Valencia e così via.
Insomma, nonostante la mission quasi dichiarata del club sia quella di operare un fortissimo player trading, arricchendosi dunque dalla compravendita serrata dei calciatori, il Wolverhampton potrebbe partecipare alla prossima Champions League. E potrebbe riuscirci non solo davanti a rivali molto più accreditate come Tottenham, Manchester United e Arsenal, ma anche spendendo meno di loro. Guardando alle recenti campagne acquisti, i dati raccolti da Transfermarkt riportano che i Wolves hanno speso 118 milioni di euro per comprare giocatori, ricavandone 24 dalle cessioni.
Cifre ben lontane dai 214 milioni di euro spesi dal Manchester United a fronte dei 71 incassati, così come superiori sono i 148 milioni investiti dal Tottenham (con 57 rientrati con le cessioni) e i 160 dell’Arsenal, che ne ha recuperati 53 vendendo alcuni elementi della rosa. Anche ragionando in termini di saldo, solo gli Spurs si muovono su numeri molto vicini.
Punta di diamante del Wolverhampton è Raul Jimenez al momento a 24 reti e 10 assist in tutte le competizioni. Il messicano è stato acquistato due stagioni fa dal Benfica, aumentando in modo sensibile il suo apporto realizzativo. Diogo Jota e Adama Traoré completano il tridente che sta facendo le fortune del club inglese e che potrebbe regalargli un’incredibile qualificazione alla massima competizione europea.