Nessuno ha mai gioito per il dramma coronavirus ma ci saremmo aspettati una severa autocritica invece di patetiche azioni di distrazione di massa
È l’esempio lampante del carnefice che diventa vittima. Per anni hanno creato mediaticamente una crociata culturale contro Napoli ed il Meridione facendo passare per folklore quello che è a tutti gli effetti una spirale razzista senza precedenti. Ora che piangono, a ragione, si sentono colpiti, ora che farebbero fatica a cantare “Usa il sapone” oppure “vaccinatevi!” o ancora “Napoletano Coronavirus” capiscono quanto possa far male il razzismo, il degrado morale, la separazione empatica della nazione.
A turno, prima Sala, poi Vecchioni ed ancor prima Fontana – e infine Ferruccio de Bortoli – hanno provato ad urlare tutto il loro disagio nel vedere la grande Milano vittima della paura italica dimenticando però un fattore importante: i meridionali mai hanno riso delle disgrazie, cantato negli stadi biechi cori o gioito per la morte di qualcuno. A Brescia, prima che l’emergenza colpisse drammaticamente la Lombardia, allo stadio abbiamo ascoltato sul coronavirus e i napoletani.
Per anni testate padane hanno irriso e aiutato il diffondersi di un sentimento anti-meridionale talvolta cavalcandolo altre volte irridendo chi mostrava sdegno. Ora sono vittime della propria educazione civica, accoltellati dalle proprie lame e questo dispiace. Da quando è cominciata sta storia e da quando la Lombardia in pratica è stata lazzaretto d’Italia, sono cominciate le patetiche azioni di distrazione di massa per nascondere il disastro amministrativo e gestionale dell’emergenza sanitaria.
È divertente, assai divertente assistere a questo patetico teatrino della stampa milanese e dei suoi esponenti più illustri, da de Bortoli a Vecchioni che si sentono defraudati di un ruolo che si sono affibbiati da soli, se ne sono convinti, se lo sono cantato e venduto, ossia che il Nord sia la perla d’Italia infallibile, mentre il Mezzogiorno il ricettacolo di inconcludenza che rovina la loro immagine. E no, la storia si fa con i fatti, ed oggi la realtà ha tolto le maschere e ha svestito il personaggio di carta del mito del nord Italia.
Smettetela di piangere e lavorate per gestire al meglio la vostra sanità!