Al Cormezz racconta del suo film sui 3 fratelli. Cerca gli attori a Napoli “Nel napoletano c’è la capacità di ironizzare sulla sofferenza, fino ad arrivare addirittura oltre”

Sergio Rubini, premiato ieri all’Ischia Film Festival, ha raccontato al Corriere del Mezzogiorno il progetto del suo film sui fratelli De Filippo che comincerà a girare a settembre. Una passione nata da bambino quando il padre lo portava a teatro a vederlo recitare, ma cresciuta negli anni
«Eduardo non è solo Napoli ma è nel Dna degli italiani e della mia famiglia».
Rubini non racconterà solo l’arte della famiglia De Filippo, ma la loro storia che lo ha molto affascinato
«Erano tre ragazzi che appartenevano ad una famiglia, apparentemente minore, che poi, invece, sono riusciti, con la forza del proprio talento, tenacia e abnegazione, a ribaltare il loro destino. Hanno affermato il loro cognome, che costituiva la loro ferita perché era quello della madre, e soprattutto sono riusciti a imporre una grande rivoluzione nel teatro, ad affrancarlo dalla matrice ottocentesca, ereditata del teatro paterno, e a rivolgerlo ad uno sguardo più realistico, al punto che Eduardo lo si può considerare tra i padri del Neorealismo»
Rubini cercherà a Napoli i suoi protagonisti come faceva Fellini dicendo che i volti dei napoletani sono il risultato «geologico» di una sovrapposizione di storie e di avvenimenti, soprattutto dolorosi e sono abituati ad avere quel distacco da se stessi.
«Sono assolutamente d’accordo anche se, questa della “stratificazione geologica della sofferenza”, è tutta meridionale. Nel napoletano c’è però anche la capacità di ironizzare sulla sofferenza, fino ad arrivare addirittura oltre. Nel volto del napoletano c’è, infatti, la sofferenza, ma anche la leggerezza e quindi un insegnamento su come vivere la vita»