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Sarà una finale dei due Ciro, Mertens e Ciro Esposito

Una finale a cui ci ha portato Mertens sarà un omaggio alla memoria di una tragedia che ha segnato inevitabilmente sei anni fa il calcio italiano

Sarà una finale dei due Ciro, Mertens e Ciro Esposito

Se è vero, come ha detto Lorenzo, che tutte le strade portano a Roma è anche vero che l’ultima volta la finale fu segnata dall’omicidio di Ciro Esposito e dalla sua struggente agonia che angosciò la vittoria degli azzurri contro la Fiorentina.

La partita si giocò in un’attesa surreale, fu ferito con un colpo di pistola da un tifoso romanista. Uno scenario drammatico che mitigò l’ansia e l’entusiasmo del pre-partita con l’angoscia e lo sgomento. Nel nome di Ciro dunque, nel suo ricordo per la mamma e le sue battaglie e per i tifosi, quei tifosi che avrebbero seguito il Napoli all’Olimpico come in capo al mondo.

Ed in finale ci ha portati sua leggenda Mertens, guarda caso ribattezzato Ciro per quel suo naturale napolismo nel vivere la città con assoluta naturalezza. Sarà una finale strana, una finale apatica, una finale che ha più partite da giocare contemporaneamente, la prima finale senza Marek Hamsik che andò a discutere con il simbolo della gogna mediatica di allora: Genny ‘a Carogna, ricordate?

Poi dopo sarebbero venute fuori le questioni degli ultras juventini ma questa è un’altra storia!

Sarà la finale di Sarri contro il “suo” Napoli, e quella di Gattuso contro la sua storia. Tutte le strade portano a Roma, come tutte le possibilità nascono dalla necessità e quindi sarà la partita di Alex Meret e del suo riscatto.

Sarà la finale di Lorenzo Insigne e del suo ritrovato entusiasmo, capitano e anima di una squadra che ha raccolto di nuovo i tasselli giusti del puzzle disperso nei mesi scorsi.

Nel nome di Ciro, nel nome di una tragedia che ha segnato inevitabilmente sei anni fa il calcio italiano. Un omaggio alla memoria che un altro Ciro può sublimare e celebrare per il suo popolo, per la sua gente.

 

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