A Sportweek: «Capello nemmeno rispose al mio saluto, continuò a leggere venti minuti senza considerarmi e poi uscì dalla stanza»
Sportweek, inserto settimanale della Gazzetta, intervista Zlatan Ibrahimovic che racconta un paio di aneddoti relativi al suo periodo alla Juventus.
«Quando sono arrivato alla Juventus, era il 2004, c’era una mentalità totalmente differente da quella di Malmoe o Amsterdam, dove avevo giocato con l’Ajax. Il primo incontro con Capello: stava leggendo la Gazzetta, per me la Gazzetta era wow, in Svezia il giornale rosa è il calcio. Al primo giorno di allenamento, entro negli spogliatoi e dico “buongiorno mister”. Mi avevano detto che si faceva così. Lui continua a leggere, cambia pagina, prende il caffè. Passano 15-20 minuti non sento niente. Lui chiude la Gazzetta e va fuori. Porco, penso. Se mi tratta così significa che devo dimostrare di essere qua. Ecco, lui mi ha fatto sentire che non ero nessuno. Poi mi ha detto: “Non chiedi il rispetto, lo prendi”. E io l’ho preso».
Moggi
«Una settimana dopo, ci allenavamo alla Sisport, vicino al vecchio Comunale. C’erano due campi, ma le docce otturate.
Quando entri in casa Juve è tutto super, lì invece facciamo la doccia io, Trezeguet e altri due e si allaga tutto. Penso, che schifo!
Fuori c’era Moggi e gli dico: “Non è normale, siamo la Juve». Mi risponde: “Ricordati che non sei qua per stare bene, sei qua per vincere”. Questo l’ho portato con me: tutto è vincere».