Il Corriere della Sera pubblica gli audio di una riunione col Ministro Speranza del 4 marzo, nella quale gli amministratori lombardi si preoccupano solo di ottenere agevolazioni economiche
Zone rosse, sì, ma “economiche”. Soldi più che misure contenitive del contagio. Il Corriere della Sera pubblica gli audio di una riunione a Milano tra i vertici della Regione Lombardia, tra cui il governatore Fontana e l’ineffabile assessore Gallera, e il ministro della Salute Roberto Speranza datato 4 marzo. Il giorno prima la provincia di Bergamo ha superato per la prima volta i numeri della zona rossa del Lodigiano. Ma Fontana chiede al governo che per la Regione “misure shock sul modello del nuovo ponte di Genova, riconoscendo alle imprese liquidità come sostegno per mancato guadagno”. Mentre lascia timidamente allo Stato ogni iniziativa che riguardi eventuali zone rosse sanitarie, dimostrando – scrive il Corriere – di “non comprendere quanto sia drammatica la situazione ad Alzano Lombardo, a Nembro, in tutta la Val Seriana e nel capoluogo”.
La Lombardia chiede solo “soldi, ancora soldi, tutela alle imprese, lavoro, assistenza ai bambini”.
E quando Speranza introduce il discorso contagio, Gallera stempera:
Speranza: Diciamo, tutto quello che abbiamo fatto finora non porta nessun segnale minimo di contenimento, ancora zero…
Gallera: È presto, poi il dato è un po’ grezzo. Questo dato qui sono i tamponi di ieri, dell’altro ieri… Peraltro ormai la gente arriva e noi la ricoveriamo perché è in situazione… poi gli fai il tampone, poi il tampone viene visto in ventiquattro, trentasei ore, torna qui in leggera… è la fotografia di due giorni fa sostanzialmente…
A suo modo Fontana e Gallera lo dicono, che servirebbe qualche qualche iniziativa più restrittiva:
Fontana: Sentiamo la necessità che il clima di preoccupazione cresca un po’ più di quello che è stato, perché c’è molta sottovalutazione.
Gallera: Alzano e Nembro… Voi volevate fare… secondo me, l’idea della zona rossa lì, al di là che dia il messaggio che magari non è perfettamente lì… però là c’abbiamo il secondo focolaio… sta crescendo e là non c’è la percezione perché chi abita lì… questi continuano a uscire, vanno in giro…