Il sindaco intervistato a Tpi da Selvaggia Lucarelli “Mi sono espresso male, ho sbagliato nel dire “torniamo a lavorare” come se da casa non si lavorasse”

Il sindaco di Milano Beppe Sala è stato intervistato da Selvaggia Lucarelli su TPI sulla sua possibile ricandidatura dopo il difficile momento che ha vissuto la città.
“La vera questione non è come sta, ma “è davvero finita?”. La scienza non ci aiuta, anche gli scienziati non sanno molto e il problema è che parlano tanto, in un momento in cui bisogna parlare poco. Se potessi tornare indietro. non parlerei un sacco di volte anche io”
Sulla ricanditatura
“Quando 5 anni fa dovevo decidermi se candidarmi, ho fatto il Cammino di Santiago. Ora non riesco. Allora mi sono comperato una bici da corsa e rifletterò in sella durante le mie vacanze liguri”.
Qualche errore di comunicazione che gli è costato caro, come quello del “torniamo a lavorare”
“Mi sono espresso male, ho sbagliato nel dire “torniamo a lavorare” come se da casa non si lavorasse. Avrei dovuto dire “Torniamo in ufficio altrimenti facciamo morire una parte della città”. È un messaggio che ho fatto di corsa”
e anche qualche foto postata che non ha incontrato il favore di tutti come la foto sul Duomo con le frecce tricolore
Se l’avesse fatta Salvini chissà quante gliene avremmo dette.
“È vero. Avrei detto anche io che era troppo autoreferenziale. Se tornassi indietro non la posterei mai. Non trovo la misura forse, non è più tempo di cazzeggio, perché se Instagram lo usi per cazzeggiare, la riposta è: con tutti i problemi, tu pensi ad andare in bicicletta?”
Qual è la “tua” via?
“Io capisco che tanti mi vedono come quello che faceva il manager, che è ricco, però non conta nulla, quello che conta è ciò che si sente, e una vita come la mia si fa perché ci si crede, per dare una mano a chi sta indietro. Riflettiamo sulla relazione tra economia, politica e società. La società rischia di essere il vaso di coccio tra due vasi di ferro”.