Ha apostrofato “terrone del cazzo” un tifoso del Napoli che aveva provocato Gasperini sui precedenti Atalanta-Juventus e e aveva concluso con “forza Napoli”
“Terrone del cazzo” ad un tifoso del Napoli che a Gasperini prima di dire “Forza Napoli” ha detto: “Dopo dieci anni ve la giocate la partita o gliela regalata come al solito?”. Il mister gli ha dato del coglione, il dirigente ha fatto peggio. Terrone del cazzo, e la Bergamo tutta triste, emozionale e civile dei pre-partita sulle note di Rinascerò di Facchinetti viene sporcata ancora una volta dal qualunquismo provinciale di un dipendente della società di Percassi. Perché un dirigente deve sempre mantenere un contegno. Non si risponde a quel modo.
Se, per l’Italia mediatica, Gasp è ancora un’immagine positiva da esportare, mi perdonerete se penso che proprio questo è il problema del nostro scarso appeal all’estero, in quanto movimento calcistico, ossia lodare incondizionatamente personaggi che spesso sono protagonisti e possessori di un’etica discutibile.
Nemmeno un comunicato di scuse da parte degli orobici, nemmeno un accenno ad una situazione che avrebbe creato imbarazzo a qualsiasi altra latitudine del globo. Silenzio. Silenzio! Forse un pensiero condiviso da quelle parti. Siamo la preistoria della decenza, proponiamo senza nemmeno crederci una campagna anti-razzista provando a scopiazzare gli altri campionati ma siamo ancora qui a discutere di un insulto volgare da parte di un addetto ai lavori. Di che parliamo? Cosa altro possiamo fare se non dichiarare fallimento morale di un catorcio azzeccato con lo scotch che è il calcio italiano? Come possiamo pretendere che, domani a stadi aperti, un personaggio simile possa rivolgersi alla curva bergamasca chiedendo di zittire i cori beceri contro i napoletani? Cara Italia, stiamo per offrire élite europea personaggi del genere, una Italia reale e contemporanea, provinciale e arretrata.