Le perdite del club crescono di anno in anno. Il Covid ha dato l’ultima mazzata. Le plusvalenze non bastano. L’ipotesi di aprire a fondi stranieri
Il Corriere dello Sport di Ivan Zazzaroni dedica una pagina ai conti disastrosi della Juventus, pagina firmata da Alessandro F. Giudice.
Il club va verso una perdita di 69 milioni e con un fatturato di 570 milioni (al lordo delle plusvalenze) contro i 621 di un anno prima.
È merso dalla relazione semestrale di Exor (la holding che controlla, tra le altre, Juventus).
Il Corsport approfondisce. E mette in fila le perdite del club, che sono sempre più elevate.
-19,2 milioni nel 2017/18
-39,9 nel 2018/19
-69 nel 2019/20
Dalla risalita dalla B,
ha realizzato un solo vero utile di bilancio (nel 2017, grazie alla mostruosa plusvalenza-Pogba), ha chiuso in sostanziale pareggio altri 3 bilanci (2009, 2015, 2016) ma poi ha sempre perso.
Tre volte gli azionisti hanno provveduto all’aumento di capitale: nel 2007, nel 2012 e a dicembre 2019 con 300 milioni.
La struttura dei costi della Juventus è oggi insostenibile. Con un fatturato operativo che sembra calato l’anno scorso a 410 milioni, la presenza di un monte stipendi da 330 milioni annui (82,7% del fatturato operativo) non è assolutamente gestibile.
A questo va aggiunto l’impatto del Covid sull’economia e sul sistema-calcio.
Le plusvalenze incrociate (come Pjanic-Arthur) possono servire a migliorare il conto economico ma non apportano liquidità che, in periodi come questo, è il parametro osservato dai direttori finanziari con massima preoccupazione.
La Juventus, scrive il Corsport, ha una disponibilità di cassa di 6 milioni al 30 giugno 2020, rispetto ai 137 milioni di sei mesi prima.
È vero che anche il debito finanziario si è ridotto di 68 milioni (da 464 a 396) ma questo potrebbe spiegare solo in piccola parte l’assorbimento così importante della cassa. Nel secondo semestre la perdita contabile è stata di 19 milioni ma – al lordo dei 90 milioni di ammortamenti– ci si sarebbe aspettati un miglioramento di 71 milioni della liquidità, che avrebbe dovuto pareggiare la riduzione del debito. Invece i bianconeri si trovano ad aver prosciugato l’aumento di capitale di dicembre 2019: un burn rate preoccupante.
Nel 2020-21 per la Juve sono a rischio 70 milioni di ricavi dal box office, per gli stadi chiusi o semichiusi.
Secondo il Corsport la situazione contabile della Juventus rende molto difficoltosa l’operazione Suarez.
Che fare? Non ci sono terze vie: o il classico aumento di capitale, oppure
l’azionista di controllo potrebbe favorire l’ingresso nel capitale di un investitore finanziario (un fondo di private equity o altro) disposto a scommettere sulla ripresa della crescita nell’era post-covid.